30.5.05,4:20 PM
Belzebù mi piaci tu e questo è il trionfo di un insensato disamore...
ON AIR: I will, Radiohead
E il mio nome fa rima con inconcludenza:
  1. Come ti chiami? Le versioni sono diverse e spesso contraddittorie: diciamo Lilli, va’.
  2. Ti piace il tuo nome? Non riuscirete a provocarmi l’ennesima crisi esistenziale.
  3. Numero di candele che avevi sulla tua ultima torta di compleanno? Diciotto candeline, con una canna in mezzo. Comunisti.
  4. Data in cui di solito spegni quelle candele? Domandatelo a lui che lo sa bene.
  5. Altezza: Un metro e sessantasei di perfetta disarmonia… ghghgh.
  6. Colore degli occhi: Solitamente marrone. Con sfumature celestino rosa pallido.
  7. Se vincessi dieci milioni di euro cosa ti compreresti come prima cosa? Forse una casa a Milano. Comunque una casa. Credo. Mm.
  8. Come ti vesti di solito? Male, direi.
  9. Le prime tre caratteristiche fisiche che guardi in un uomo/donna? Occhi. Labbra. Appendici varie.
  10. Se lei/lui tradisce perdoni? Certo. Dopo averlo fatto a pezzi a colpi di ascia.
  11. È vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima? Solo se il deretano è la porta dello spirito.
  12. Credi al colpo di fulmine? Neanche per idea.
  13. Sei innamorato/a? Passaparola.
  14. Credi in Dio? Solitamente no, ma mi capita di credere in un dio crudele. Comunque no, non credo in dio.
  15. Ti potresti mai innamorare di una persona che non ti piace fisicamente? Ne sono quasi certa.
  16. Ti piace disegnare? Un po’.
  17. Cosa disegni di solito? Occhi. Figure umane. Peni. Figure geometriche. Altro.
  18. Hai mai molestato sessualmente qualcuno? Quasi… eh ehm… :p
  19. Cosa non ti compreresti mai? Una kefiah.
  20. Cosa non regaleresti mai? Vedi sopra.
  21. In vacanza dove e con chi? In Germania. In Giappone. In Russia. In Islanda. Con troppa gente.
  22. Matrimoni gay, favorevole o contrario? Mediamente favorevole.
  23. Invidi qualcuno? Certo.
  24. Hai mai fatto a botte? Non mi risulta.
  25. Hai mai provato attrazione per una persona del tuo stesso sesso? Vedi sopra.
  26. Cosa ti piace fare nel tempo libero se rimani a casa? Masturbarmi.
  27. Frase preferita? Mi viene da vomitare/piangere.
  28. Ti piace cantare? A me sì. Il problema è che chi è con me non è quasi mai d’accordo.
  29. Legalizzare le droghe leggere, d'accordo o no? Giudizio sospeso.
  30. Il tuo scrittore preferito? Isabella Santacroce. Yukio Mishima. Charles Bukowski. Stefano Benni. Michail Bulgakov. Gabriele D’Annunzio. Altre migliaia.
  31. Un libro che consiglieresti? Ti con zero di Italo Calvino. Luminal della Santacroce. Il Maestro e Margherita di Bulgakov. Aspettando Godot di Beckett. Altre migliaia.
  32. Quanto è importante nella vita il lavoro? Fondamentale.
  33. Convivenza o matrimonio? Convivenza.
  34. Il tuo vino preferito? Guerra aperta tra Brunello e Amarone.
  35. Che squadra di calcio tifi? Non mi piace la merda.
  36. La città dove vorresti vivere? Berlino. Milano. Credo anche Tokyo.
  37. Ti piaci? Abbastanza.
  38. Quando é stata l'ultima volta che hai...
  39. Sorriso? Stamattina a scuola.
  40. Riso? Non lo so. Forse a pranzo, con mio padre.
  41. Pianto? Venerdì notte.
  42. Comprato qualcosa? La settimana scorsa. Frontino e crema alla ciliegia.
  43. Ballato? Buh.
  44. Baciato qualcuno? Quasi un mese fa.
  45. Parlato con un ex? Mesi fa.
  46. Guardato il tuo film preferito? Tanto.
  47. Ma tu...
  48. Fumi? Troppo.
  49. Ti droghi? Non più.
  50. Fai sesso? Non ultimamente.
  51. Dormi con animali di peluche? Col mio asino Tonio.
  52. Vivi il momento? Sempre troppo poco.
  53. Hai un ragazzo/a? Non esattamente.
  54. Hai un sogno ricorrente? Scopare con mio padre.
  55. Suoni uno strumento? Al massimo, il citofono.
  56. Ricordi il tuo primo amore? Non credo.
  57. Lo ami ancora? Non direi.
  58. Leggi il giornale? Abbastanza regolarmente.
  59. Hai amici gay? Può darsi.
  60. Credi di essere tollerante? No, assolutamente.
  61. Consideri l'amore un errore? Non lo considero e basta.
  62. Ti piace il sapore dell'alcool? Quasi sempre.
  63. Credi nell'astrologia? No che non ci credo.
  64. Credi nella magia? Vedi sopra.
  65. Hai cuccioli? E’ da tutta la vita che desidero un gattino.
  66. Porti cappelli? Solo in inverno.
  67. Hai piercing? Non ora. Tra un po’, sotto il labbro inferiore.
  68. Hai tatuaggi? No, non so se mi piacciono.
  69. Odi te stesso? Quanto basta.
  70. Hai un'ossessione? Ne vivo.
  71. Hai una cotta segreta? Non mi risulta.
  72. Hai un migliore amico? Idiozie.
  73. Piace la tua calligrafia? Molto.
  74. Hai brutte abitudini? Non ne parliamo.
  75. Ultimo film visto: Seven. Dio bonzo.
  76. Ultimo libro letto: Colori proibiti, di Mishima. Sto leggendo Ti con zero di Calvino.
  77. Ultima telefonata: Ieri sera. Lui.
  78. Ultima delusione: Ho perso il conto.
  79. Ultima volta che ti sei innamorato: Passaparola.
  80. Ultima volta che sei stato abbracciato: Stamattina.

Sì, cioè. Vado a ripetere greco per l'interrogazione di domani.

I will rise up.

 
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29.5.05,12:35 PM
Lezione n°2: abbracciare nuove psicosi, scoprendo di averle già dentro, ora è possibile...
ON AIR: Dance of death, Iron Maiden
Ieri sera: Seven, maxi schermo, impianto ultra avanti, pizza rustica, insalata russa, biscotti secchi, birra, calze a righe, piedi sul divano, paura paura paura, Kevin Spacey, sola sola sola, domani deve andare meglio per forza.
Non può essere difficile. E, infatti, non lo è: solo spaventosamente complicato e crudele e inumano.
Ed è la mia vita. La. Mia. Vita.
Vorrei farmi bastare matita per occhi e capelli lunghi e nuovi acquisti godibili. Vorrei farmi bastare un cazzo e un paio di labbra e una mano da stringere ogni tanto. Vorrei farmi bastare un futuro semi certo e un'università privata e un contegno che di dignitoso si traveste. Vorrei essere comune.
Ma non è vero.
Come fare a dirtelo.
Il mio cerebro malpensante informa il tuo cerebro malpensante che sei uno spettacolo senza eguali.
Credo di non poter fare nulla, oltre che chiederti di abituarti all'idea. E' così.
All had death in their eyes.
 
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28.5.05,3:33 PM
Ero io che volevo come anche ero io che non volevo...
ON AIR: Mass destruction, Faithless
Una premessa: che non si fraintenda il titolo del post, leggendone poi il seguito. Si tratta semplicemente di una citazione, di Agostino d'Ippona. Punto.
Ieri pomeriggio [pomeriggio per modo di dire] sono stata alla presentazione di un libro - Es Temporanea - in cui sono inclusi quattro miei racconti, secondo una logica al femminile ch'è inutile stare qui ad esporre ad un uditorio sommamente disinteressato. Mi soffermerei, invece, sul mucchio di gente che ho avuto modo di conoscere: no, non che io sia una di quelle persone che godono nello sbandierare rapporti sociali a destra e a manca, una di quelle persone che riescono a sentirsi [o ad auto imporsi di sentirsi] felici solo per l'aver parlato con uno/a sconosciuto/a potenzialmente interessante. No, non è proprio il mio caso. Fatto sta, però, che ieri ho chiacchierato con parecchia gente di un certo calibro, gente capace di riflettere e reagire agli anti stimoli del mondo, anche se in mezzo alla massa desiderosa soltanto di risaltare in un modo o nell'altro per una [retro] cultura radicata nel vuoto pneumatico. E ho conosciuto anche una donna particolare, una donna insolita e nevrotica, col seno piatto e i capelli ossigenati di una qualche turbe psicotropa, che mi ha parlato in una maniera che non mi aspettavo, che mi ha spiazzato: prima mi ha detto che ho il visino angelico in contrasto evidente con tutto quello che mi stagna nel cervello, poi ha detto che lei sapeva [non è colpa tua/ eri una bambina/ io ti posso sentire/ non essere cattiva/ devi solo gioire per te stessa/ non farti del male non più/ non è colpa tua/ io ci sono/ sempre] e ha preso ad abbracciarmi, in un modo convulso e spaventoso. Mi ha anche baciato, alla fine. Io, invece, ho dato il meglio di me: sono rimasta quasi del tutto in silenzio, poi ho cominciato a piangere e infine ho mantenuto un certo contegno dignitoso, tentando disperatamente di capire se avesse reale intenzione di stuprarmi. No. Al di là degli scherzi, è stato intenso. Strano. Ma intenso.
Forse dovrei riflettere sulla cosa. Forse dovrei dormire per una settimana intera. Forse dovrei scrollarmi di dosso qualche ruolo di troppo.
And we refuse to sleep.
 
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27.5.05,5:30 PM
Anche i folletti vantano una propria credibilità personale...
ON AIR: Lilly, Antonello Venditti
E non vi azzardate a ridere per la canzone qua sopra. Che io SONO Lilly, anche se con la i al posto della y. Perciò tutto mi è concesso.
Poi. Lollo mi ha violentemente scaraventato nel girone infernale dei colpevoli di catene di Sant'Antonio. Ebbene, m'accingo ad auto umiliarmi.
Volume totale dei file musicali sul mio pc: non ne ho la minima idea e, comunque, ultimamente sono costretta ad usare il pc familiare ch'è assolutamente asettico. In ogni caso, non avrei saputo neanche come fare a scoprirlo.
L'ultimo cd che ho comprato: uhm... se non sbaglio, si tratta di Burning from the inside dei Bauhaus.
La canzone che sto ascoltando adesso: Via con me di Paolo Conte. E' presa male, oggi.
Cinque canzoni che ascolto spesso o che significano molto per me: dunque, dunque... Paranoid Android dei Radiohead, L'avvelenata di Francesco Guccini, Atom Heart Mother dei Pink Floyd, Ballata per la mia piccola iena degli Afterhours, Without you I'm nothing dei Placebo. Ma ce ne sono altri miliardi.
Cinque persone a cui passo il testimone: sicuramente alla mia Elisotta, poi al mio cuzinetto [sempre che decida di connettersi], a Giadina, a Falostesso tesssòro e a lui, anche se dubito che accetterà di sottoporsi a cotanta idiozia internetica.
Non riuscivi a fare l'amore.
 
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26.5.05,3:30 PM
Pretendo che Nietzsche, Heidegger e Hitler tornino in vita: poi sto a posto...
ON AIR: Requiem for CB, Laghetto
La gente bigotta mi provoca nausea, emicrania, vomito, malesseri diffusi, dolori mestruali, psicosi, tachicardie, ansia, pallore, morbo della mucca pazza [e incazzata], buonumori improvvisi ed effimeri [nonchè preoccupanti], aritmie cardiache, dismenorrea, orgasmi multipli [ma simulati], offuscamento visivo, cancrene varie, stato vegetativo, morte violenta. E ho detto tutto.
Devo studiare. Devo studiare e farmi spolpare dai prof. Devo studiare e farmi spolpare dai prof e non deludere i miei. Devo studiare e farmi spolpare dai prof e non deludere i miei e avere una parvenza di vita sociale. Devo studiare e farmi spolpare dai prof e non deludere i miei e avere una parvenza di vita sociale e pensare al mio futuro. Devo studiare e farmi spolpare dai prof e non deludere i miei e avere una parvenza di vita sociale e pensare al mio futuro e fare in modo che la mia cultura personale si mantenga a livelli medio alti. Devo studiare e farmi spolpare dai prof e non deludere i miei e avere una parvenza di vita sociale e pensare al mio futuro e fare in modo che la mia cultura personale si mantenga a livelli medio alti e rendermi utile alla società. Devo studiare e farmi spolpare dai prof e non deludere i miei e avere una parvenza di vita sociale e pensare al mio futuro e fare in modo che la mia cultura personale si mantenga a livelli medio alti e rendermi utile alla società e preservare la mia onestà mentale. Troppo tardi mi accorgerò che c'è anche un tempo per morire. Fantastico.
Credo che, alla fine di tutto, la totale mancanza di un senso - sia immanente che trascendentale - farà del male a tanti.
Tutto è bene quello che non finisce mai.
 
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25.5.05,4:06 PM
Fette biscottate, maionese e gorgonzola: tanto bulimico si profilò l'inizio della fine...
ON AIR: Cyrano, Francesco Guccini
Ebbene, questo giorno è stato immolato nel nome dell'arte: i Carracci, Caravaggio, Bernini, Borromini, Juvarra [sì, mi pare si chiami così... ehm], Vanvitelli sono la noiosa sfilza di nomi che si diverte a rimbalzare contro le pareti della mia memoria, accompagnata da una sfilza molto più esile e MOLTO più gradevole: Munch, Picasso, Magritte. Beh, non male. Non male davvero.
Ad ogni modo, questo abbondante mesetto che m'aspetta non sarà proprio il massimo. E, del resto, non mi ricordo di aver mai attribuito il senso dell'espressione *il massimo* ad un periodo della mia vita o alla mia vita in genere. Perciò, cambia poco.
Cos'è che vorrei, adesso? Dunque, dunque. Ah sì: un mucchio di libri che non mi posso permettere, il disco dei Dresden dolls, una di quelle pizze Cameo col mais e la cipolla, uno stereo con lettore mp3, la camicetta azzurra che ho visto all'Oviesse [proletarian style], il denaro sufficiente per un'epilazione definitiva, duecentocinque chili in meno, un paio di Rayban neri o verde scuro, la sua meravigliosa pancia, meno legami interpersonali, un enorme hot dog, un paio di ballerine basse con la cinghietta davanti, un paio di calze a righe orizzontali bianche e nere, un piercing sotto il labbro, delle mani normali [forse], una casa mia. E chiudo qui la lista per pudore.
Devo andare a studiare. Ma, soprattutto, devo acquisirne consapevolezza.
Devo anche smettere di fissarmi, dalla finestra, a guardare come i cani si percepiscono e reagiscono a vicenda. Bellobello.
No. Comunque i cani mi piacciono poco.
Spiacere è il mio piacere.
 
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24.5.05,4:29 PM
Lezione n°1: sì, deglutire idiosincrasie è possibile...
ON AIR: Il sangue di Giuda, Afterhours
La citazione gigante del post precedente è, ovviamente, tratta da Ti con zero di Italo Calvino e, nello specifico, da Mitosi. Ma immagino che ai più di voi freghi molto ma molto poco. Di conseguenza, vado oltre.
Dunque. Se fosse concepibile umanamente l'idea di schizofrenia psicosomatica, allora io ne diverrei immantinente bandiera e stendardo insieme. Non so ben spiegarvi il perchè, anzi: non credo di volere spiegarvene il perchè. Perciò taccio e non me ne cruccio.
Sissì, oggi parlo difficile. Eh perchè quando una è colta è colta, ahò.
Forse dovrei piantarla col Serenase. Dico forse. Ma, soprattutto, dovrei piantarla con le puttanate di cui mi auto farcisco il cervello e cominciare a vivere sul serio. Come direbbe mio padre. Non credo di farcela. No, non lo credo affatto.
E' che non ho voglia di fare un cazzo. Solo di aspettare che abbia inizio un'altra vita. E manco ne sono certa.
Ad ogni modo. C'è da dire che tra i genitori dell'uomo nero di cui tutti parlano [NON E' VERO], tuttora coniugati, si conta una differenza d'età pari a quindici anni TONDI TONDI. E c'è da aggiungere che lei - la madre nera, per intenderci, anche s'è bionda - aveva diciotto anni TONDI TONDI quando ha conosciuto lui - il padre nero ch'è nero per davvero. E niente. Dico per dire.
E comunque, secondo me, la terra è piatta.
Imparare a barare e sembrare più vero.
 
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22.5.05,11:15 AM
Di chi è la patatina? Mia... mia... mia... mia...
ON AIR: Carne fresca, Afterhours
Disonore alla me di ieri sera che non regge l'alcool e si traveste di patetiche escandescenze. Amen.
"Quello che veramente ognuno di noi è ed ha, è il passato; tutto quello che siamo e abbiamo è il catologo delle possibilità non fallite, delle prove pronte a ripetersi. Non esiste un presente, procediamo ciechi verso il fuori e il dopo, sviluppando un programma stabilito con materiali che ci fabbrichiamo sempre uguali. Non tendiamo a nessun futuro, non c'è niente che ci aspetta, siamo chiusi tra gli ingranaggi d'una memoria che non prevede altro lavoro che il ricordare se stessa. Quello che ora porta me e Priscilla a cercarci non è una spinta verso il dopo: è l'ultimo atto del passato che si compie attraverso di noi. Priscilla, addio, l'incontro, l'abbraccio sono inutili, noi restiamo lontani, o già vicini una volta per tutte, cioè inavvicinabili.
La separazione, l'impossibilità d'incontrarsi è già in noi da principio. Siamo nati non da una fusione ma da una giustapposizione di corpi diversi. Due cellule passavano vicine: una è pigra e tutta polpa, l'altra è solo una testa e una coda saettante. Sono l'uovo e il seme: provano un po' di titubanza; poi si slanciano - con le diverse velocità loro - e si precipitano incontro. Il seme entra nell'uovo a capofitto; la coda resta fuori; la testa - tutta piena di nucleo - va sparata contro il nucleo dell'uovo; i due nuclei vanno in pezzi: ci s'aspetterebbe chissà quale fusione o mescolanza o scambio di se stessi; invece, quel che c'era scritto in un nucleo e nell'altro, quelle righe spaziate, si dispongono allineate le une con le altre nel nuovo nucleo stampato fitto fitto; le parole di entrambi i nuclei ci stanno tutte, intere e ben staccate. Insomma, nessuno s'è perso nell'altro, nessuno ha dato nè si è dato; le due cellule diventate una si trovano lì impacchettate insieme ma tali e quali a prima: la prima cosa che sentono è un po' una delusione. Intanto il doppio nucleo ha dato inizio alla sequela delle sue duplicazioni, stampando i messaggi abbinati del padre e della madre in ognuna delle cellule figlie, perpetuando non tanto l'unione quanto la distanza incolmabile che separa in ogni coppia i due compagni, il fallimento, il vuoto che rimane in mezzo alla coppia più riuscita [...].
Si può dire allora che i messaggi non sono affatto messaggi, che un passato da trasmettere non esiste, e solo esistono tanti futuri che correggono il corso del passato, che gli danno forma, che lo inventano [...].
Tutto quel che possiamo dire è che in certi punti e momenti quell'intervallo di vuoto che è la nostra presenza individuale viene sfiorata dall'onda che continua a rinnovare le combinazioni di molecole e a complicarle o cancellarle, e questo basta a darci la certezza che qualcuno è "io" e qualcuno è "Priscilla" nella distribuzione spaziale e temporale delle cellule viventi, e che qualcosa avviene o è avvenuto o avverrà che ci coinvolge direttamente e - oserei dire - felicemente e totalmente".
No? Sì.
Sei carne fresca non so dirti perchè.
 
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21.5.05,1:38 PM
Emancipated women, crying dependences...
ON AIR: Dentro Sharon, Verdena
Ma cosa me ne può fregare dell'elettromagnetismo, dico io. Mah.
"Adesso la situazione è diversa, lo ammetto: ho un orologio da polso, confronto l'angolo delle sue lancette con quello di tutte le lancette che vedo; ho un'agenda in cui è segnato l'orario dei miei impegni di lavoro; ho un libretto degli assegni sulle cui matrici sottraggo e addiziono numeri. A Penn Station scendo dal treno, prendo il subway, sto in piedi reggendomi con una mano al sostegno e con l'altra tenendo alzato il giornale ripiegato su cui scorro i numeri delle quotazioni di borsa: sto al gioco, insomma, al gioco di fingere un ordine nel pulviscolo, una regolarità nel sistema, o una compenetrazioni di sistemi diversi ma comunque misurabili sebbene incongrui, tale da far combaciare a ogni granulosità del disordine la sfaccettatura d'un ordine che subito si sbriciola.
Prima era peggio, certo. Il mondo era una soluzione di sostanze dove tutto era disciolto in tutto e solvente di tutto. Vug e io continuavamo a perderci là in mezzo, a perderci da persi che eravamo, da persi che eravamo sempre stati, senza idea di cosa avremmo potuto trovare [o di cosa avrebbe potuto trovarci] per non essere più persi [...].
Come intenderci? Per me valeva solo ciò che era accrescimento omogeneo, inscindibilità, quiete raggiunta, per lei ciò che era separazione e mescolanza, l'una cosa o l'altra, o le due insieme".
E' un brano tratto da Cristalli, uno dei racconti di cui è composto Ti con zero di Italo Calvino. E' geniale, anche se un po' schizofrenico, a giudicare dalla mia estrapolazione. Ma, nella sua interezza, è geniale davvero.
Sono cattedratica, oggi. Più del solito.
Ho voglia di scappare. Come una volta. Solo che adesso sono matura e stabile e concreta. Per avere la verità, aggiungete un *quasi* a tutti gli aggettivi che ho appena usato. Per cui - dicevo - me ne sto qui a scrivere di cose non scrivibili. E aspetto che passi l'attimo.
Aspetto. Che. Passi. L'attimo.
Confusione.
 
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20.5.05,4:23 PM
Il mio frontino ed io siamo proprio una bella coppia, dico...

ON AIR: La vedova bianca, Afterhours
- Lilli cosciente parla a Lilli incosciente: passo.

- Ti ricevo forte e chiaro: passo.

- Piantala d'ingollare taralli uno dietro l'altro: passo.

- Ricevuto: passo.

- Sì ma devi pure eseguire, oltre che ricevere: passo.

- Vai a cagare: passo.

- Agli ordini: passo e chiudo.

- Cia'.

Cioè, per dire che sto mangiando troppo, nonostante abbia deciso di mettermi a dieta. Comunque. Credo che sia arrivato il momento di mettermi a studiare, quasi seriamente. Perlomeno provarci, considerato che fra un mesetto cominciano gli esami di stato e non penso di poterli rinviare come l'interrogazione di fisica. O come il mio pesoforma.

Beh? Sono divertente, lo so.

Fra qualche ora, seratina *emancipatedwomen* presso pub allocato in centro, data penuria di mezzi di locomozione oltre una certa fascia oraria: Anny + Melly + Tera + Fefa + la sottoscritta, con la sentita assenza di una Lenny Lady la Davi che, per l'appunto, continuerà a darla pure stasera. Embè.

Cos'altro? Ho mal di testa, dio bolscevico.

Vieni a fare un giro dentro di me.

 
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19.5.05,3:31 PM
Potrei cominciare a credere in dio, anche solo per convenienza...
ON AIR: La sottile linea bianca, Afterhours
Sono assolutamente atterrita. Per svariate ragioni che vanno dall'ignoranza imperante, alle presunte coscienze pure, ai farmaci con cui sto per fottermi definitivamente l'organismo, all'emicrania cronica, allo spiritualismo new age. Sono assolutamente atterrita e nauseata e intimamente perplessa. Ed è già qualcosa.
vedrai
vedrai se il mio amore è una patologia
saprò come estirparla via
Per la serie: è una settimana che ascolto solo questo disco, giorno e notte, ed è una settimana che sto col cervello a mollo nella mia melassa emo maso demenziale. Dovrei denunciare Manuel Agnelli, forse. O forse dovrei provare se mi riesce di scoparci. Mah.
Tutto il resto è un GRANDE grazie all'amore della mia vita, nonchè Lenny, nonchè donna di un certo spessore, anche se composta essenzialmente di merda. Come la sottoscritta, d'altronde. Sì sì, sono belle cose.
Ammetto di aver scritto queste frasi qui sopra solo per accontentare la suddetta Lenny che, da giorni, non fa che ripetere: "l'ultimo post parla di me? eddai eddai eddai". E adesso sono perfettamente cosciente di aver rovinato tutto. Ecco.
Poi ho da sorridere un grazie - meno grande del precedente, eh - a quell'abbraccio che oggi m'ha fatto sentire un po' meglio. Un po'. Ma non aggiungo altro.
Pertanto, in conclusione, VA TUTTO BENE. Perchè è così che dev'essere. Tanto - lo so - felice non sarò mai. Neanche con Master card. Figuriamoci.
Sfondami il cuore.
 
Tutto sommariamente presunto da Ofelia ,
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13.5.05,3:59 PM
Valium Tavor Serenase ° Valium Tavor Serenase ° Valium Tavor Serenase...
ON AIR: Boys don't cry, Cure
Che si sappia in giro: IO SONO PAZZA.
Poi.
"Avendo sentito fin dalla nascita una totale disarmonia con la realtà che mi circondava, la materia della mia aspirazione non poteva essere che quella disarmonia. [...] Ritengo si tratti di un inadattamento, di un maladjustement psicologico e morale che è proprio a tutte le nature a sfondo introspettivo, cioè a tutte le nature poetiche. [...] Non saprei spiegare come la poesia nasce in me: so solamente che ogni mia poesia è preceduta da una lunga e oscura gestazione, nella quale però non è contenuto nulla di prevedibile: nè l'argomento, nè il titolo, nè l'ampiezza dello sviluppo. [...] Finito il periodo dell'incubazione scrivo con molta rapidità e con pochi ritocchi. A cose fatte leggo i critici e scopro le mie intenzioni. Talora mi accade di non poter riconoscerle per nulla: altre volte imparo a ravvisare qualcosa di me che non sospettavo affatto... "
Si tratta di Eugenio Montale, nel suo Autoritratto. Quasi un colpo di genio, direi.
Comunque. Niente.
Cut here.
 
Tutto sommariamente presunto da Ofelia ,
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12.5.05,4:32 PM
Qui è la sola fame nervosa [spero] a regnare sovrana, ed io a capo chino...
ON AIR: Sweet dreams, Eurythmics
Innanzitutto, ho da dare un suggerimento alla mia clitoride [perchè voi ne avrete pure una al maschile ma la mia è donna in tutto e per tutto]: credo sia il caso, mia cara, che tu ti rivolga ad un buon psicanalista. Dammi ascolto.
Ad ogni modo, per tutto ciò che concerne la mia esistenza, allo stato attuale, penso non ci sia nulla di cui dire. E' una controtendenza, questa, a cui la mia povera vita da reietta è condannata fin dai primordi: quando è necessario o comunque è OVVIO affrontare un determinato argomento, mi capita di chiacchierare di tutt'altro con una certa disinvoltura. O di non parlare affatto. O, magari, di raccontare barzellette divertenti.
Comunque. Avrei da tenere in conto la passata esistenza e l'opera di tale Svetonio.
Comunque. Ce la faremo. In senso lato. Ce la faremo.
Comunque. Qualcuno di voi conosce e apprezza lo specifico capolavoro di cotanto genio?

Mi auguro di sì, trattandosi di Giorgio De Chirico e, in particolare, del Gare Montparnasse [o la malinconia della partenza].
Sono ripetitiva, ultimamente? Beh, sì, è vero.
Fatto sta che non me ne importa niente. Quasi di niente. E il discorso non fila - certo, ne sono al corrente - mentre ho solo bisogno di qualche sigaretta, un sistema di valori da sputtanare e un paio di giorni da trascorrere senza la preoccupazione che il mondo reale abbia occhi dappertutto. Almeno credo.
Avrei anche bisogno dell'ultimo disco degli Afterhours. E, soprattutto, avrei bisogno di non sentirmi tanto sbagliata.
I wanna use you and abuse you.

 
Tutto sommariamente presunto da Ofelia ,
con 4 superflua/e manifestazione/i d'interesse, sovente opinabile/i
11.5.05,3:30 PM
"Io, comunque, sono quel tipo di scimmia che si chiama artista"...
ON AIR: Exit music [for a film], Radiohead
C'è da dire che il titolo è una citazione di Yukio Mishima [tanto per cambiare] e che la canzone del momento, in verità, è più la canzone di ieri sera. Ma poi non ho aggiornato e tanto altro ancora e °we hope your rules and wisdom choke you° e questo è quanto.
No, non c'è nulla che mi vada di raccontare. Non adesso, perlomeno. Semplicemente perchè rischierei di essere ripetitiva e monotona nel descrivere questo stato confusionale, questa totale mancanza di lastre di marmo su cui posare piedi nudi e il senso del vago, del materiale e del mistico insieme. Ma è bene che dimentichiate tutto: non volevo dire niente. Non volevo dire niente, come al solito.
Solo che non lo sopporto, questo silenzio teso e la gara a chi tace o a chi parla con più stile e l'impotenza dell'altrove. Sì, insomma, è un girotondo intorno alla mia auto indulgenza. O forse no.
E come sempre ho parlato senza concludere una beneamata minchia ed è bello perchè questa espressione mi viene fuori bene, dalla bocca. E ci sarebbe anche la battuta ma è meglio mettere a tacere le mie impudiche pulsioni allusive.
Perciò adesso me ne vado a sacrificare il pomeriggio [davvero?] in nome di Apuleio, il magico realismo nella letteratura inglese del primo novecento, Henri Bergson e quant'altro. Ma tanto non ci riuscirò.
E sì che sono io ad avere il coltello dalla parte del manico.
 
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10.5.05,4:53 PM
Strane infatuazioni, si dice, e mi viene da ridere...
ON AIR: Pixel, Verdena
Uhm. Occhei. Va bene. Sì. Perfetto.

Without you I'm nothing
[Placebo]
Strange infatuation seems to grace the evening tide.
I'll take it by your side.
Such imagination seems to help the feeling slide.
I'll take it by your side.
Instant correlation sucks and breeds a pack of lies.
I'll take it by your side.
Oversaturation curls the skin and tans the hide.
I'll take it by your side.
Tick-tock-tick-tock-tick-tock.
Tick-tick-tick-tick-tick-tock.
I'm unclean, a libertine,
and everytime you vent your spleen
I seem to lose the power of speech,
your slipping slowly from my reach.
You grow me like an evergreen,
you never see the lonely me at all.
I...
take the plan, spin it sideways.
I...
fall.
Without you, I'm nothing.
Without you, I'm nothing.
Without you, I'm nothing.
Take the plan, spin it sideways.
Without you, I'm nothing at all.
E basta. Cioè, penso che sia quasi come fluttuare nel vuoto astratto del mio spazio vitale. Cioè, penso sia quasi come soffocare. Cioè, magari il motivo reale di tutto quanto è annegato in mezzo a strati e strati di una specie di nebulosa etilica. Cioè, il prossimo *cioè* sarà la fine. La fine nel senso che la schizofrenia emozionale non è di mio gradimento. Cioè, ecco.
La fine. La fine. La fine.
Perchè tu sei sola e tu sei sola.
 
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9.5.05,9:25 PM
Io non tremo...
ON AIR: Ballata per la mia piccola iena, Afterhours
E' solo un po' di me che se ne va'.
Sì, lo so che sto diventando monotona a furia di Afterhours, ballate e piccole iene e anche un po' Bye bye Bombay. Tanto più che il titolo di 'sto post lo capirà solo chi conosce, per l'appunto, la canzone sopracitata. Comunque, non m'importa. Perchè, certe volte, le parole sono solamente sovrastrutture prive di significato e basterebbe molto di meno, per capirsi. E tanto altro. E non mi ricordo più neanche qual era il punto.
Fatto sta che mi sento fottutamente sola. Non per un motivo preciso - o forse sì - ma per la consapevolezza della precarietà dei miei sentimenti, per l'incomunicabilità fra gli individui, per le contraddizioni dei rapporti, per il modo doloroso in cui non riesco a smettere di sentirmi patetica e sentirlo vicinissimo. Più di chiunque altro, su questo pianeta di merda.
Fatto sta che continuo a sentirmi impotente. E non è una sensazione con cui mi piace convivere.
Fatto sta che mi manca Fiuggi, la strada con l'alimentari [& diversi... ghghgh] sul lato, le terme di Bonifacio VIII [e anche un po' IV... ghghgh], la sera a letto con la cicca e la birra, la misantropia, il lago, il tramonto, la possibilità atroce del contatto, il giubbotto nero e tutto un mondo che mi sembra di aver lasciato cristallizzato nel posto che detesto di più, il ricordo.
Fatto sta che Pirandello, oggi pomeriggio, m'ha dato il colpo finale. Che ancora mi sanguinano gli occhi e la bocca trema.
Fatto sta. Che. Che. Che.
Dimmi che Lilli non è sola, sola nel senso di freddo e buio e gente che non può capire.

 
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,12:20 AM
Psicosi e strazio di una tenera bambolina rotta...
ON AIR: Atom Heart Mother, Pink Floyd
Che chi deve cogliere colga. Qualsiasi cosa. Per me è già un'ossessione.
Ballata per la mia piccola iena
[Afterhours]
L'autista che ti guida ha una sola mano
ma vede ciò che credi invisibile.
Nel tuo piccolo mondo, fra piccole iene,
anche il sole sorge solo se conviene.
Fra piccole iene, solo se conviene.
Mia piccola iena, solo se conviene.
L'amore rende soli, ma è ben più doloroso
se per nemici e amici non sei più pericoloso.
La testa è così piena che non pensi più.
Ti si aprono le gambe oppure le hai aperte tu.
Aiutami a trovare qualcosa di pulito.
Uccidi ma non vuoi morire.
Uccidi ma non vuoi morire.
Fra piccole iene, solo se conviene.
La mia piccola iena, solo se conviene.
Non puoi scordare dove sono state le tue labbra.
Sai già come sarà, ma non sai più chi sei.
La testa è così piena che non riesci più a pensare
che anche senza te si possa ancora respirare.
Quello che hai appena fatto ti ha fatto stare meglio.
Ti uccide ma non vuoi morire.
Ti uccidi ma non vuoi morire.
Fra piccole iene, solo se conviene.
Fra piccole iene, solo se conviene.
La mia piccola iena, solo se conviene...
Per forza. Non c'è altra scelta.
Un gatto non basta.
 
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3.5.05,4:30 PM
La sottile linea nera...
ON AIR: Pensieri e parole, Lucio Battisti
Ebbene sì: mi sono data all'emo, in senso estremamente generico [vedi sopra].

Comunque. E' da un po' che non aggiorno. O forse non è vero. Fatto sta che mi sembrano millenni e non perchè sia successo qualcosa di considerevolmente importante, nel frattempo: solo perchè, a quanto pare, mi diverto a perdere i contatti con ogni realtà visibile. E' un concetto complesso: lo capiranno in due o tre al massimo e, tra questi due o tre, io non sono compresa. Claro.
Il primo maggio è stato deprimente, come ogni primo maggio che si rispetti. Non ho dato un'occhiata al concerto [=massa di decerebrati puzzoni e strafatti di merda egualitaria] manco di striscio, ma in compenso sono andata su a Spezzano Sila per il mini concerto di rito con relativa festa di piazza. E ho finto di essere ubriaca, cantando Fascetta nera e portando con orgoglio un I COMUNISTI PUZZANO DI MERDA sulla spilla appuntata alla giacca. No, nulla di strepitoso, in effetti. Ma piuttosto soddisfacente.
Ieri, invece, sono andata al mare. Con certi amici entusiasti al punto giusto nonché disposti a gettarsi in mare, giù dentro l'acqua GHIACCIATA, per poi crogiolarsi sotto un sole - semi - cocente fino alle tre e mezza del pomeriggio. Post scriptum: io chiusa in casa, vestita di tutto punto, col mal di testa e la *sizza* accesa ininterrottamente. Eh oh.
Infine, domani parto per Arpino, in occasione del prestigioso certamen ciceroniano a cui prenderò parte in qualità di TALENTUOSA traduttrice della lingua latina. Oh sì. C'è di buono che si prospettano cinque giorni in quel di Arpino, in provincia di Frosinone [cioè VICINO Roma, e ripeto: VICINO Roma, e non contenta aggiungo: MOLTO VICINO Roma], senza scuola e senza legami familiari decisamente opprimenti. Ultimamente, soprattutto.
Per il resto, nient'altro che valga la pena di riportare. A parte il fatto che mi trema la testa dalle confuse vibrazioni che si propagano nell'aere tutto, conducendo di gran carriera la mia povera mente provata dall'inconcludenza ad un'ingrata implosione. E questo è quanto.
Poi rettifico, in onore di un JaKo più pignolo che mai: What a wonderful world non è dei Ramones ma di Joey, e basta. Bene.
Tu sola sai s'è vero o no che credo in dio.
 
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