25.3.08,12:35 PM
Il mio rifiuto della terra natia è ormai una forma fisiologica di rigetto o del perchè non devo più far ritorno quaggiù...
ON AIR: Il liberismo ha i giorni contati, Baustelle
AGGIORNAMENTO RAPIDO:
L'aria di Cosenza mi debilita. Ho accorciato i capelli e adesso sembro una quasi quarantenne diretta al matrimonio della sua migliore amica [quella che proprio non doveva sposarsi prima di me e invece]. All'insopprimibile desiderio materno di affrontare lunghe conversazioni con la sottoscritta tendo puntualmente a reagire mettendo su un po' di musica ["sai, mentre cucino o lavo i piatti, mamma, sono abituata così"]. Dev'esserci qualcosa, qui nella mia pancia, che non funzione come dovrebbe [e il bifidus regularis (si chiama così, vero?) della Marcuzzi non mi libera da beveroni caldi e nervi a fior di pelle]. Ho rivisto Harry ti presento Sally e ho scoperto di trovarlo molto più banale di quanto non l'avessi trovato qualcosa come sette anni fa [ma quale ragazza non ha le stelline negli occhi mentre lui dice: "ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi. ti amo quando ci metti un'ora ad ordinare un sandwich. amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi un pazzo. mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sui miei golf" e così via... ?]. Sono ricominciati i corsi e mi sono ritrovata molto più asociale di quanto mi ricordassi di essere. Sto mangiando decisamente troppo [e devo iscrivermi di nuovo in palestra]. L'idea di dover dirigermi alle urne per compiere il mio dovere di cittadina mi suscita violenti attacchi di orticaria, nausea, vomito e morbo della mucca pazza. Credo di essere in una fase di generale riconsiderazione del mondo [ma non voterò comunque per Veltroni, manco morta]. Mi piace il nuovo disco dei Baustelle, mi piacciono Bob Dylan e Ben Harper, mi piacciono un paio di canzoni di Vecchioni, mi piace Elisir di Paolo Conte [ma preferisco quella cantata e suonata da lui, senza Avion Travel e Gianna Nannini], mi piace l'ultima canzone di Lenny Kravitz [mi piace molto], mi piacciono ancora - e sopra ogni altro - i Pink Floyd. Mi piacerebbe partire e mi piacerebbe partire con lui. Ho scoperto di avere delle esigenze ma non sono ancora riuscita a concretizzarne l'improrogabilità. Ho dei continui deja-vu [sarà perchè sto entrando nel complicatissimo mondo di Lost o solo perchè sono decisamente molto insolita]. Devo riuscire ad usare la parola rendez-vous con cognizione di causa: è così meravigliosamente musicale, e non può stare bene solo dentro una canzone di Paolo Conte. Accidenti.

Legge la fine nei sacchi dei cinesi

nei giorni spesi al centro commerciale
nel sesso orale e nel suo non eccitarla più.
 
Tutto sommariamente presunto da Ofelia ,
con 3 superflua/e manifestazione/i d'interesse, sovente opinabile/i
11.3.08,4:00 AM
Affogo in cadute di stile emozional-perverse e tuttavia continuo a trovarmi adorabile...
ON AIR: Waiting for you, Ben Harper

VENERDI' 31 DICEMBRE 1999 11:15 ANTIMERIDIANE
Gesù coso. Odio lavorare sulla tastiera. Comunque, abbiamo qualche solvente di sicuro interesse uscito dal Mack-random. Sentite questo!
Download Verbasiser, primo paragrafo:
Niente reclusioni di santi determinati credevano caucasica uscita tirannica evocavano niente immagini descrivevano santi Cristiani domande niente femmine cristiana macchina credeva niente lavoro è caucasico determinati santi credevano femmina descrivevano cristiana tirannica domanda R.A. Stone reclusioni martiri e tirannici sono evocati femmina descriveva sadomasochistiche domande io sono suicida descriveva la macchina tessile Scudisciando uscita santi e martiri e scaraventati per le scale
Ecco che comincia il mulinello. Ecco che il mazzo di immagini arretra e si piazza a centro scena. Ramona A. Stone. Mi ricordo di questa densità, di questo pensiero come una melassa liquida. Un momento però, mi sto precorrendo.
[David Bowie, Il diario di Nathan Adler o l'omicidio artistico rituale di Baby Grace Blue
Un iperciclo non lineare di dramma gotico]


ROMA
QUATTRO FEBBRAIO
DUEMILAOTTO
ORE CINUE E SEI P.M.
Sono a casa tua. Sono seduta qui, al tavolo, in obliquo rispetto al televisore Samsung e al divano disfatto. Sto respirando questo odore, l'odore della tua casa, e vorrei che non mi abbandonasse. Non che sia bello - perchè non lo è: qui tieni sempre serrato, fumi e pulisci con parsimonia - ma è tuo. Tuo. C'è un po' di te, della tua pelle, in questo odore, e c'è il tuo dopobarba perl'uomochenondevechiederemai, il deodorante Sanex, l'Oust giallo, i gatti, i maglioni che - tu non lo sai, credo - io ti annuso sempre. Vorrei non dover lasciare questo posto, vorrei che tu mi volessi sempre qui. Vorrei che tu mi volessi, forse, semplicemente. E' così frustrante sapere che non andrai mai via da me, senza essere comunque con me mai. E, se non mai, così raramente che mi si spacca il cuore e mi piacerebbe trovare da qualche parte la forza di mettermi a gridare. Così, all'improvviso, gridarti forte - fino a inondarti il cervello - che devi amarmi, devi, perchè io piango per te.


L'ultimo esame è andato, e pure bene [trenta, grazie, inchino]. E sono già ricominciati i corsi: Informatica [corso progredito], Demografia, Diritto dell'economia e Economia degli audiovisivi [oppure Organizzazione internazionale, sono ancora indecisa]. Che altro? La mia università è un covo di idioti, ignoranti e caproni. Ma la razza peggiore in assoluto è quella in cui rientra la gente che studia ad ogni ora della giornata [e mica per scherzo], che non si perde neanche una lezione [cascasse il mondo], che arriva sempre puntuale e poi dice cose tipo: "Alfons Huxley" o scrive cose tipo: "accellerazione", ride per cazzate da dodicenni cogli ormoni in crisi esistenziale e arrossisce quando si pronunciano parole come: "sesso", "tette" e "pompini" [l'imene ce l'hanno nel cervello, secondo me].
E mi piace Bob Dylan.

Never found anything else to do but waiting for you.
 
Tutto sommariamente presunto da Ofelia ,
con 1 superflua/e manifestazione/i d'interesse, sovente opinabile/i