30.12.06,10:58 PM
Ricomincio da tre o del come sia possibile - forse anche probabile - passare l'ultimo giorno dell'anno ad inseguire il coma etilico...
ON AIR: Broken, Elisa
Le Ofeliadi in veste di rubrica psico/porno/pseudo-giornalistica
[prossimamente
nei migliori bar di Caracas]
vi informa che:

1. SADDAM HUSSEIN è stato giustiziato. Molto probabilmente, d'altronde, n'eravate già al corrente [a meno che non abbiate un livello d'informazione veramente - ma veramente - basso e, in tal caso, sentendomi automaticamente autorizzata a ritenere molto basso anche il vostro livello culturale, mi trovo costretta ad invitarvi ad abbandonare il blog, e sappiate che lo faccio per il vostro bene: potreste seriamente incorrere nel rischio di trovare poco comprensibili alcune parole ed alcune mie personali trovate grammaticali che risulterebbero astruse persino ad un glossista con dottorato in semiotica e master decennale in scrittura creativa (sì, mi piace da morire lasciare che i pensieri vadano da sè e diano forma ad agglomerati di nonsense di tale portata (vedi sopra (ndA), cretino) e qui mi tocca riempire un po' di spazio sennò la frase rischia di sembrare un'espressione aritmetica]. Ad ogni modo, ci tenevo a precisare che non sono affatto d'accordo con la decisione di condannare Saddam a morte, perchè sono ideologicamente [è uno dei pochi campi in cui mi concedo di avere un credo ideologico] contraria alla pena di morte o - per meglio dire - all'assassinio di stato, e trovo che la sua uccisione sia la ciliegina sulla torta di un'opera di sfacelo e vergogna che gli Stati Uniti avrebbero dovuto avere il buongusto di risparmiarsi dall'intraprendere. Ma tant'è, oramai. E, comunque, non credo che esista qualcuno, su questa terra, realmente interessato a sapere cosa penso io, a tal proposito [sbagliando, chiaramente (cioè, quel qualcuno non interessato si sbaglia, eh, mica io)].

2. BROKEN FLOWERS di Jim Jarmusch è un film estremamente noioso. Ora, l'idea di per sè non è affatto male come non sarebbe malvagio neanche lo svolgimento, se solo non fosse così lento in uno spazio diluito, quasi artificiale. Bill Murray è sempre stato [ah, dimenticavo la caduta di stile con gli angeli di Charlie o come cazzo si chiamano, quelle tre psicopatiche in tutina attillata] e sempre sarà un personaggio meraviglioso, perchè meravigliosa è la sua faccia, l'espressione del suo viso e quell'aria sorniona ma rimbecillita che riesce ad avere soltanto lui. Ciononostante, il film sta ben poco in piedi. E - devo dire - questa lentezza, questa scarso senso del ritmo [potrà anche essere voluto ma, per me, resta una boiata], dev'essere un tratto distintivo dello stile di Jarmusch: Coffee and cigarettes mi era piaciuto di più ma anche in quel caso avevo notato questa fastidiosissima pecca. Direi, 6 +, tutto sommato.

3. DAVID HUME è uno dei filosofi più pesanti che io abbia mai studiato. Ho passato la mattinata a cercare di entrare nel pensiero di John Locke per poi abbandonarlo ed immergermi [tentare di immergermi: errata corrige] in quello di Hume. Ma è praticamente impossibile: è così poco logico, così presuntuoso, così... così... o forse ero io che annaspavo sul libro, con in testa tutto meno che il sistema tributario e le cause del crollo dell'Impero romano. Per non parlare del mio fantastico pomeriggio, alle prese con i tipi di organizzazione sociale, in compagnia di soggetti esilaranti quali Marx & Engels [la premiata ditta, un po' come Feltri e Lerner], Spencer, Durkheim, Parsons e Tonnies. Yuppie ya yeah.

4. L'ULTIMO DELL'ANNO è un giorno melodrammatico. Tutti si sentono in dovere di festeggiare, di essere felici, di sbandierare ai quattro venti la loro sostanziale soddisfazione nel constatare di esserci ancora, al mondo, nonostante sia passato un altro anno. Io, dal canto mio, vago in giro per casa con la netta sensazione di essermi persa qualcosa, nel processo di formazione della personalità o forse proprio nel processo di formazione dei miei neuroni che malfunzionano da vent'anni, tre mesi e venticinque giorni [penso di potervi risparmiare ore, minuti e secondi]. Perciò, come da copione, passerò l'ultimo dell'anno a bere come una spugna, probabilmente farò un giro di ricognizione [e di digestione] per strada [ma quest'anno potrei evitare, dal momento che Cosenza è stata *onorata* della presenza di quella sottospecie di essere umano che risponde al nome di Gigi D'Alessio ("il sonno della ragione genera mostri" disse Goya, forse prevedendo la nascita dell'uomo di cui sopra)] e poi mi darò a qualche giochetto alcolico [quello dei mimi, forse, o magari il karaoke] del quale avrò dimenticato tutto, il mattino successivo. E questo è quanto.

5. L'OPERA STRUGGENTE DI UN FORMIDABILE GENIO di Dave Eggers è di sicuro un gran bel libro. Il problema è che mi trovo in un periodo delicato, in cui crisi di panico e gastriti si alternano con una certa armoniosa frequenza, ed io non me la sento di affrontare una lettura angosciante, piena di tumori e sangue e sofferenze dissimulate. Preferisco prendermi una sbornia di sarcasmo esilarante di cui solo le mitiche Sturmtruppen di bonviana memoria possono essere capaci. La mia crescita culturale è rimandata a data da destinarsi.

Passo e chiudo.

No matter if I am alone.

 
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29.12.06,2:44 PM
Thom Yorke aveva ragione quando diceva che non ci saranno bugie soltanto dopo che avrò mangiato ognuno di voi...
ON AIR: 9 Crimes, Damien Rice
Oh, questa storia è così divertente. Così FOTTUTAMENTE divertente. E non si tratta di una storia qualsiasi, una storiella ascoltata di sfuggita o letta per caso da qualche parte: è la storia della mia vita, cazzo. La storia della mia vita, sì, ch'è tutta un eterno ripetersi dell'uguale. L'uguale qual è? Semplicissimo: l'uguale sono io, ferita e agonizzante, che mi rialzo da terra e fingo che non sia successo nulla, fingo di stare bene, e il mio carnefice è lì nell'angolo che pensa a come farsi uscire un po' di sangue dal dito per darmi la colpa e dire che sono stata io a cominciare, che l'ho voluto io, che sono una stronza, che sono una bastarda, che non merito clemenza. La verità è che ne ho abbastanza - ne ho veramente abbastanza - di tutta questa gente che dichiara affettoamorestima e poi si eclissa al momento di dimostrarlo, tutto questo, con gesti che siano ben più complessi e difficoltosi di una banale comunione di risate e abbracci. Quando si sta bene si sta bene, per l'appunto: è quando si sta male che bisogna esserci, sempre e comunque, anche col dito dolorante. Ma - già, è vero - la persona matura sono io, sono io la donna con le palle che deve ordinare alle proprie ferite di rimarginarsi in tempi reali e tapparsi il naso all'odore dell'ennesima fregatura: NON E' PIU' COSI', che sia chiaro. E' tutto cambiato, ora, perchè io sono cambiata ed è cambiato il mio rapporto col dolore: non voglio più soffrire per concause superflue e vane, perchè ce n'è già tanto per cui strapparsi i capelli che non ho davvero più voglia di rincorrere le lacrime per sentirmi viva. A differenza di te, quando sto male, io sto male per davvero. E, stavolta, parlo proprio di te.
Ne ho passate veramente troppe, nella mia vita, per poter credere ancora che le persone possano cambiare. No, tesorino mio, non ci credo più.
Ad ogni modo, mi diverte da morire l'idea che, entro il dodici di febbraio, dovrò dare Storia delle dottrine politiche, Sociologia e Metodologia delle scienze sociali. Mi diverte al punto che potrei anche vomitare.
Tu, però, sposami. In senso lato, intendo, ma sposami.
It's a small crime and I've got no excuse.
 
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26.12.06,5:21 PM
Volevo solamente dormire o del perchè continuo a preferire Futurama ai Simpson...
ON AIR: La gazza ladra, Gioacchino Rossini [performed by Stravansky]
Mi piacerebbe molto mettere tutti voi a parte delle disavventure natalizie della me medesima in salsa familiare ma credo - fermamente, credo - che rischierei seriamente di fornire al pubblico tutto una copia sbiadita e piuttosto snervante [più di quanto l'originale, già di per sè, non sia] del mitico film Parenti Serpenti con cui ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è sentito costretto a operare un confronto più o meno evidente. Detto questo, gradirei sorvolare.
Il bottino che ho ammucchiato, fra scartamenti vari, non è certo disprezzabile: si parla di orecchini di perla, di denaro, di posaceneri muccosi, di borse improponibili [umanamente improponibili, tengo a precisare], di bracciali che mai nessun essere umano dotato di un po' di sale in zucca indosserebbe, e quant'altro. Non è difficile distinguere cosa io abbia dichiarato membro dell'insieme dei miei averi e cosa invece io abbia catalogato come mera spazzatura. Ho ricevuto anche dei bei libri: L'opera struggente di un formidabile genio, dal mio fratellino [e su commissione, chiaramente], Siddharta e un'edizione molto fashion del Don Chisciotte dal mio Grinch di fiducia [no, non mi paga per fare promuovere il suo blog]. E poi cos'altro? Ah, una mutandina rossa dalla mia Guenda.
Il punto vero, però, è che ho il ciclo, che mi aspetta una mega tombolata con annessi e connessi di urla e schiamazzi e che credo di essere sull'orlo di una tragica indigestione. Però potrei lanciarmi sul fumoso torneo di poker che sta per tenersi nel salotto, in compagnia di soli uomini e di un confortante bicchiere di vino rosso.
A Fichte, amici miei, si penserà domani.
SIPARIO.
 
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19.12.06,7:36 PM
Cantami, oh diva, del pelide Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei e molte anzitempo all'Orco generose travolse alme d'eroi...
ON AIR: Libertango, Astor Piazzolla
Arriva sempre, prima o dopo, il momento in cui è giusto e condivisibile sentirsi stanchi, sentirsi delusi, sentirsi incazzati. Clamorosamente, mitologicamente, colossalmente, incazzati. Ebbene, questo momento è - dopo settimane, mesi e anni - arrivato, come una specie di uragano demolitore. E fa vittime, ogni secondo di più. Ofelia tace. Insospettabilmente, si lecca le ferite in silenzio e senza coinvolgere chicchessia. Udite udite.
Ad ogni modo, ho esaurito i miei argomenti. Oggi sono tranquilla, tranquilla e pacifica [entro i limiti del possibile, per un'Ofelia Ridens quale io sono e mi prodigo nell'essere]: sono persino riuscita a trovare il suo regalo [quante ore di isolamente e meditazione trascendentale ho dovuto impormi, a tale scopo], ho pagato la mia prima bolletta [tra l'altro non mia ma dell'individuo di cui sopra], domani ho una sorta di pranzo di Natale con le mie colleghe di corso e mi sto avviando lungo la strada che mi condurrà - spero - a recidere gli arti in cancrena, perchè è così che deve essere.
C'E' UN PRINCIPIO DI ENERGIA
CHE MI SPINGE A DONDOLARE
FRA IL MIO DIRE ED IL MIO FARE.
Ecco.
 
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16.12.06,1:03 PM
Del come il mercato rionale del sabato mattina può fungere da non-luogo di perdizione [parte prima ed ultima (forse)]...
ON AIR: Nag nag nag, Cabaret Voltaire [remixed by Tiga]
"Le api sanno bene che soltanto il miele dà alle larve il gusto della vita. Non metterebbero al mondo bottinatrici così zelanti, nutrendole solo con purè e bocconcini di carne. Mia madre aveva alcune teorie sullo zucchero, responsabile, secondo lei, di tutti i mali dell'umanità. Eppure lo deve al 'veleno bianco' (lo chiamava così) se si ritrova un terzo figlio con un umore accettabile.
Capisco me stessa. All'età di due anni ero uscita dal torpore per scoprire che la vita era una valle di lacrime dove si mangiavano carote bollite e prosciutto. Dovevo aver avuto l'impressione di essermi fatta fregare. A cosa serve uccidersi nascendo se non a conoscere il piacere? Gli adulti hanno accesso a migliaia di voluttà diverse, ma ai bambini non rimane altro che la golosità per aprire le porte del diletto.
[...]
Il piacere approfittò dell'occasione per dare un nome al suo strumento: lo chiamò io, ed è un nome che ho mantenuto.
Da troppo tempo esiste un'immensa setta di imbecilli che oppongono sensualità ed intelligenza. E' un circolo vizioso: si privano della voluttà per esaltare le proprie capacità intellettuali, ottenendo come unico risultato quello di esserne impoveriti. Diventano sempre più stupidi, il che li conferma nella convinzione di essere brillanti - e sì, perchè non c'è niente di meglio della stupidità per credersi intelligenti.
Il diletto rende umili e colmi di ammirazione nei confronti di ciò che l'ha reso possibile; il piacere sveglia lo spirito spingendolo alla virtuosità e alla profondità. E' una magia talmente potente che, in mancanza di voluttà vera e propria, la sola idea è già sufficiente. Dal momento che esiste questa nozione, l'essere può ritenersi salvo. E la trionfante frigidità, invece, è condannata alla celebrazione del suo proprio niente.
Nei salotti si incontrano persone che si vantano, a voce alta e convinta, di essersi private per venticinque anni di questa o quella delizia. Si incontrano anche grandissimi idioti che si gloriano di non ascoltare mai musica, di non aprire mai un libro o di non andare mai al cinema. Ci sono anche quelli che sperano di suscitare ammirazione per la loro assoluta castità. Dopotutto è giusto che se ne vantino: non avranno altre soddisfazioni nella vita".
da Metafisica dei tubi, Amélie Nothomb
 
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15.12.06,12:35 AM
Le Ofeliadi [o, per dirla alla Nothomb, sic transit gloria tubi]...
ON AIR: Mad World, Tears for fears [performed by Gary Jules]
Oh, è così divertente, essere me.
Tornata dalla Calabria - e dico: manco il tempo di levare la roba dalla valigia e riporla nell'armadio [o in lavatrice, a seconda] - la mia salute cagionevole ha pensato di stordirmi con una sorprendente novità: un occhio inspiegabilmente gonfio, arrossato, infiammato. Il mio povero occhio destro. Paragonarmi a Quasimodo, il gobbo di Notre Dame [non Salvatore], sarebbe decisamente limitativo: SONO UN MOSTRO. Esco di casa solo ed esclusivamente con gli occhiali da sole [quelli super coprenti, a mo' di diva anni '50] e, per lo più, evito di uscire. Per la salvezza dell'anima di chi potrei incontrare, s'intende. Ed è inutile spalmare gel, pomate, cremine e quant'altro [Pensulvit, cortisone, VASELINA (manco dovessi farmi sodomizzare, dico io - sì, ci sarà un consistente aumento di visite, da oggi in poi)]: è tutto miseramente vano. Povera Ofelia.
C'è di buono [anzi, di meraviglioso] che sono riuscita a liberarmi del peso di - quasi - tutti i regali di Natale in poco meno di un'ora: sono entrata in un negozio [Oviesse - sempre sia lodato], ho fatto un giro di ricognizione [neanche troppo accurato], ho ripercorso il tragitto appena terminato in senso inverso e ho riempito le braccia mie e quella delle mia coinquilina di tanti piccoli cazzetti semi decorativi con cui andrò a suggellare rapporti amicali ogni anno più profondi e sinceri. Sì, faccio dell'ironia. E - sì, certo - sono terribilmente ipocrita. Ma non è colpa mia. Io non ho la soluzione ad ogni problema, ho vent'anni anch'io [e non quaranta, dio cristo] e ho deciso, da oggi, di concedermi tutti i malumori e gli isterismi a cui non ho ceduto in questi anni. Chiamatela come volete: post-adolescenza, tarda adolescenza, follia bell'e buona, morbo della mucca pazza, Totò e Peppino... fa niente.
Devo passare dal supermercato. So bene che non potrebbe mai e in nessun modo rappresentare un argomento di pubblico interesse ma mi piace ottimizzare lo spazio [o il tempo o tutti e due] e usare i post anche come promemoria, così, durante la rilettura, posso farmi venire in mente tutto quello che di sicuro avrei dimenticato, oltre che gongolare visibilmente per il genio assoluto che spargo a piene mani, in ogni mia manifestazione [sì, anche in quelle corporali]. Sottolineo che non ho ancora deciso di cosa mi nutrirò, oggi: ho del pesto per cucinare la pasta ma devo stabilire se usarlo per pranzo o per cena, considerato che la mia coinquilina [l'altra è a casa sua, a Firenze, in placida attesa del Natale, fra oculisti, dentisti e sonni profondi] se ne andrà alla festa della Facoltà di Giurisprudenza. Insieme a più o meno - credo - l'intera Università La Sapienza. Che invidia. Se non avessi il maglione, mi mangierei i gomiti.
Cos'altro? Domenica, per l'emozione di vederlo, potrei anche farmi la pipì addosso. Sarebbe una scena eccezionale. Infatti, se dovesse realmente succedere, vedrò di filmarmi e mettermi in rete [a meno che qualcuno non trovi offensivo anche questo (non vorrei mai provocare altri problemi a quel sant'uomo di Google)].
Ah, dimenticavo. Orologio batte orecchini di perla. E Natale sia.
Hide my head I want to drown my sorrow
no tomorrow, no tomorrow.
 
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10.12.06,4:37 PM
Come disse Victor Hugo, esistono persone disposte a pagare pur di vendersi...
ON AIR: Ossigeno, Afterhours
AVVISI - PIU' O MENO - URGENTI [si fa tanto per non perdere il legame con la vita, gentile pubblico]:
sono tornata in Calabria per qualche giorno; sono stata al concerto degli Afterhours, la settimana scorsa; non metterò mai più piede ad un concerto [a meno che non si tratti di un concerto tranquillo o, perlomeno, di un concerto dei Radiohead che - pure se ho già visto dal vivo - rivedrei altre millecinquecento volte, dal vivo e anche dal morto]; detesto dal profondo del mio cuore la popolazione da concerto [vedi anche popolazione da centro sociale vedi anche popolazione da sega mentale psico-politica]; soffro regolarmente di crisi di panico; dormo meno di cinque ore a notte; sto impegnandomi nel condurre un'esistenza mediamente tranquilla; vorrei poter uccidere senza incorrere in pene e sensi di colpa; non mi piace la gente che fino a qualche tempo fa - non so perchè - pensavo di poter amare; gli ho telefonato, in mezzo alla baraonda del concerto, per fargli ascoltare La vedova bianca [e mica cazzi] dal vivo e ha pensato che stessi ascoltando lo stereo a palla, dimenticando spudoratamente che sarei andata al concerto e - soprattutto - dandomi implicitamente della psicopatica sentimentale; combatto giorno e notte per non vomitare.

"... il senso ch'io ho del mio essere è simile a quello che può avere un uomo il quale, condannato a restare su un piano di continuo ondeggiante e pericolante, senta di continuo mancargli l'appoggio, dovunque egli posi il piede
[...]
mi sento così triste che vorrei perdere il senso dell'essere, per molto tempo, e poi svegliarmi e non ricordarmi più di nulla e non più soffrire..."
da Il trionfo della morte, Gabriele D'Annunzio

Non lo puoi neanche minimamente sognare, quello che significa. Tu, comunissima testolina di cazzo, che t'arrabatti tanto per apparire diversa ma rimani sempre e solo - miseramente - te stessa. Cioè, nulla.
E' una cosa così sporca che la farei per niente.



 
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