Cantami, oh diva, del pelide Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei e molte anzitempo all'Orco generose travolse alme d'eroi...
ON AIR: Libertango, Astor Piazzolla
Arriva sempre, prima o dopo, il momento in cui è giusto e condivisibile sentirsi stanchi, sentirsi delusi, sentirsi incazzati. Clamorosamente, mitologicamente, colossalmente, incazzati. Ebbene, questo momento è - dopo settimane, mesi e anni - arrivato, come una specie di uragano demolitore. E fa vittime, ogni secondo di più. Ofelia tace. Insospettabilmente, si lecca le ferite in silenzio e senza coinvolgere chicchessia. Udite udite.
Ad ogni modo, ho esaurito i miei argomenti. Oggi sono tranquilla, tranquilla e pacifica [entro i limiti del possibile, per un'Ofelia Ridens quale io sono e mi prodigo nell'essere]: sono persino riuscita a trovare il suo regalo [quante ore di isolamente e meditazione trascendentale ho dovuto impormi, a tale scopo], ho pagato la mia prima bolletta [tra l'altro non mia ma dell'individuo di cui sopra], domani ho una sorta di pranzo di Natale con le mie colleghe di corso e mi sto avviando lungo la strada che mi condurrà - spero - a recidere gli arti in cancrena, perchè è così che deve essere. C'E' UN PRINCIPIO DI ENERGIA
CHE MI SPINGE A DONDOLARE
FRA IL MIO DIRE ED IL MIO FARE.
Ecco.
in bocca al lupo.
2+2 = sembra facile...