25.11.05,3:42 PM
Nel bel mezzo del tripudio della frutta marcia mediamente insapore senza polpa...
ON AIR: Precious, Depeche Mode
Sono viva, viva e vegeta. Più vegeta che viva, immagino, ma le informazioni pervenute sono incomplete nonché discordanti. Fatto sta che sono viva, nel senso meno proprio del termine. Nel senso che le mie sinapsi sono attualmente impegnate in procedimenti vitali molto semplici, quali rendersi consapevoli della necessità di farmi addormentare, [non] farmi alzare dal letto, farmi parlare ogni tanto e farmi mangiare schifezze d'imponderabile portata. E questo è quanto.
Per quanto riguarda l'università, non c'è davvero nulla da dire. A parte il fatto che, al momento, ho di fronte una tipa che urla ai quattro venti i dettagli della sua vita sentimentale, con lo schermo bloccato da ore sulla home page del sito di Roberto Cavalli. Il che mi pare più eloquente che qualsiasi altra mia cinica, acida, sterile osservazione. Meglio far parlare i fatti.
Mi manca Lenny. Mi manca l'uomo nero. Mi manca Fefa.
Ho preso a rollare drum, per amore della parsimonia. In pratica, ho acquisito una velocità di rollaggio che fa spavento persino alla mia coinquilina dall'esperienza ventennale. E ho una tosse mostruosa, capelli improponibili e umore deceduto una volta per sempre. Queste ultime considerazione potevo risparmiarvele, lo so, ma non mi andava di essere misericordiosa. Non fa per me.
Ci sono storielle che, forse, dovrei raccontare e non racconterò.
Have faith in both of us.
 
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10.11.05,6:25 PM
In verità, in verità vi dico: la felicità non esiste, piantatela di crederci, e stavolta per davvero...
ON AIR: Fix you, Coldplay
Ieri è stata la grande giornata del karaoke disperato nonchè piuttosto deprimente. Prima, la Guenda ed io ci si è lanciate in uno spettacolino intimo nella sua stanza, dalle suore, al suono di alcune delle canzoni più vecchie e tristi che si siano mai ascoltate. Ed è stato davvero bello, soprattutto usare i più svariati oggetti di forma fallica a mo' di eccitanti microfoni con cui praticare astruse acrobazie. Poi, a casa mia e, più in particolare, nella mia stanza, ci si è lanciate in un karaoke veramente alcolico, in pigiama, inteso ad esorcizzare le comuni pene di nonamore che - ahinoi - ci accomunano miseramente. Ed è stato bello oltremodo, e non saprei aggiungere aggettivo più calzante.
Oh, il resto non so proprio come andrà a finire. Probabilmente molto male, visto che di studiare non se ne parla affatto e di relazioni interpersonali se ne sente un bisogno meno che minimo. E chiuderei la parentesi pseudo intima.
E non ho neanche voglia di scrivere. Tanto per sottolineare quanto mi risulti difficile da soffrire, questa situazione. Che non so manco quale sia, in effetti: il problema, forse, è proprio questo. Che non so dove sbattere la testa, non lo so davvero, ma sono consapevole del fatto che mi sto avviando di gran carriera contro una capocciata di proporzioni cosmiche di cui patirò dolori infiniti per tanto, tanto tempo. E, logicamente, ho riaperto la parentesi pseudo intima. Vaffanculo.
Potrei mantenermi razionale.
Potrei diventare stronza.
Potrei rimanere passiva.
Potrei giocarmi del tutto la dignità.
Potrei piangere per il resto dei miei giorni.
Potrei preoccuparmi di me e basta.
Potrei qualsiasi cosa, a quanto pare, ma, a quanto pare, non farò altro che piangermi addosso.
Io. E. Le mie nevrosi.
Che schifo.
Che rabbia.
Che sconforto.
Improvvisamente, mi piace il modo in cui il giorno s'insegue in migliaia di attimi, in cerca di un filo conduttore che gl'illumini il perchè ed il percome della sua fine. Mi piace, così.
And if you never try you'll never know.


 
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7.11.05,5:48 PM
Solo perchè dio non esiste non vuole dire che lui possa pensare di sostituirlo...
ON AIR: Veleno, Afterhours

Non c'è verso. Non c'è verso di andare oltre questo profondo disprezzo nei confronti della gente: è che non mi piace nessuno, è che nessuno merita di essere quel che dice di essere ed è un discorso troppo complicato perchè io possa premere un tasto dietro l'altro, sperando che acquisti il senso che vorrei. Non so bene neanch'io, quel che penso. Però di sicuro non vorrei avere a che fare con chi - mio malgrado - ho a che fare, e questa è una certezza incrollabile. Ma voi non potete capire ed io sono troppa stanca di sottoporre i miei lapilli emozionali a schemi mediamente raziocinanti. Ne ho le palle piene.
Che poi ognuno ce l'ha con qualcun'altro e, almeno a quanto pare, un po' tutti hanno le loro buone ragioni. E io forse, in fondo, non ce l'ho proprio con nessuno. Se non con la me stessa di sempre che, a ben vedere, è piuttosto dura a morire.
Verrò come un rapace a mutilare la pace dentro nel tuo cuore e poi, se vuoi, la mia reazione: essia, essia, essia...
Non mi va più di scrivere, qui dentro. E La sposa cadavere è stata una considerevole delusione, dal momento che l'originalità scarseggia e la morale trionfa anche in mezzo alle macerie. E non è giusto, semplicemente: non è giusto.
Mercoledì, probabilmente, andrò a vedere la mostra di Manet.
Non so se arriverò alla fine di questa settimana.
Sono stanca.
Se vuoi cambiare regole posso cambiarle sopra te.
 
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4.11.05,4:20 PM
E' molto ma molto meglio dormire, miei cari...
ON AIR: Punto G, Afterhours
Ebbene sì. Aggiorno da una delle sale informatiche della mia prestigiosa università di merda. Affettuosamente parlando. La cosa, peraltro, non mi risulta per nulla gradevole: concentrarmi sui miei beneamati cazzi, in mezzo ad un mucchio di gente che calca sui tasti ad un ritmo selvaggio, mi è davvero di poco aiuto.
Ad ogni modo, si direbbe che io abbia appena portato a termine la mia prima prova, anche se priva di reale valore, concernente un sorprendentemente poco noioso diritto pubblico: non credo di essere stata granché brillante - no, non lo credo affatto - ma, tutto sommato, pensavo che sarei miseramente incorsa in una pesante e deplorevole crisi esistenziale. Niente di tutto ciò. Solo un po' di rossore in viso, adrenalina pura e frustrazione da diocristononmivengonoleparolegiuste. E poi basta.
Stasera non ho la minima voglia di andarmene in giro a bere birra et similia. Credo che me ne starò in casa a gustare il mio placido giaciglio in penombra, sgranocchiando qualcosa, di fronte ad un quantomai necessario Il cielo sopra Berlino in sudatissima versione thankyoueMule. E poi stand by fino a domattina. Fino ad un'ora molto tarda di domattina, per la precisione.
Cos'altro? Devo scrivere la storia di una donna che uccide il suo uomo. Il che mi va decisamente a genio. Specialmente in un periodo come questo.
E ho finalmente scoperto che anche questa tastiera - piuttosto rudimentale, mi pare - è dotata di chiocciola e parentesi quadre. Perciò, per compensare il sentimento di disperata mancanza che provai sino a pochi minuti fa, mi accingo a [[[@@@]]]. Dio bono.
Il mio caloroso pubblico sarà felice di sapere che l'eventualità di conoscere mie notizie in maniera mediamente frequente è divenuta una realtà inaspettatamente concreta e felice, giusto? Ciò è bello, incommensurabilmente bello. Credo.
Ah, qui c'è la mia leziosa Guendalina. Che donna, che donna. Prima o poi ve la farò conoscere, miseri comuni mortali.
Devo dormire. Io devo dormire. Sempre.
Non so chi colpire perciò non posso agire.
 
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