25.2.08,3:57 PM
Non sono morta: notizie dal microcosmo color tramonto delle donne col cuore ipertrofico...
ON AIR: Nothing compares to you, Sinead O'Connor
In questo considerevole lasso di tempo, ho letto tre libri: La grammatica di Dio di Stefano Benni [che forse dovrebbe darsi all'ippica anzichè continuare a rigettare - è questo il verbo giusto - banalità di tale portata], Pulp di Charles Bukowski [niente di che, francamente, ma Bukowski rimane sempre Bukowski] e La donna di Gilles di Madeleine Bourdouxhe [una delicata, crudele e bellissima tragedia greca in salsa femminile]. Ho scoperto Nanni Moretti - che continuo a trovare leggermente antipatico - e mi sono resa conto ch'è stato geniale, a tratti: parlo di Palombella rossa, Bianca ed Ecce bombo, soprattutto, e non dei film più recenti [Il caimano fa abbastanza cagare]. E aspetto di guardare Caos calmo, cercando di superare l'idea che il film non potrà sicuramente equiparare il libro e il modo in cui Moretti armeggia coi capezzoli della Ferrari. Cos'altro? Ho sperimentato il capello mosso [con risultati opinabili, direi] e ho dato tre esami nel giro di un mese e dieci giorni [infatti sono moderatamente esaurita]. In realtà, me ne manca ancora uno: incrociamo le dita e chiudiamo il discorso.

"Ogni giorno è così. Quando mancano pochi minuti all'arrivo di Gilles, Élisa è ridotta a un corpo privo di forze, tutto dolcezza e languore - pura attesa.
Immagina di slanciarsi verso di lui e stringerlo fra le braccia . Ma alla vista della figura alta e muscolosa che compare d'improvviso in abito di fustagno nel vano della porta, si sente ancora più debole..."

Sono da lui, nella tana dell'eroe, da sabato e non ho per niente voglia di andare via. Sono cose così piccole, minuscole, impercettibili [infatti le percepisce solamente la sottoscritta]... Usare il suo pc, fare la spesa con lui, fare colazione insieme o farla da sola nel suo letto, andare a nanna sapendo che lui è nell'altra stanza e dormire beatamente perchè lui è lì, appendere i miei vestiti nel suo armadio, trovare il mio spazzolino sempre lì nel bicchiere accanto al lavandino, vederlo sorridere mostrando i denti, ingelosirmi per qualsiasi cosa abbia a che vedere con un passato un pò più remoto del 2004, sentirmi impacciata e sapere che quando sarò da sola "impacciata" diventerà "inadeguata", ascoltarlo mentre dice che berremo il vino dei suoi e che sua madre mi manda a salutare per telefono, senza riuscire a dire niente, arrossendo e basta, e poi aspettare con una strana - ansiosa e languida - impazienza che torni dal lavoro, perchè tra tre ore entrerà da quella porta e il suo viso si allargherà in un sorriso commovente, familiare, bellissimo. Mi sento bene, mi sento a casa... e non m'importa se tutto quello che ho scritto è di una banalità disarmante, ha il sapore della dipendenza o non è da me.
E poi c'è un bel sole fuori, oggi.

'Cause nothing compares
nothing compares to you.
 
Tutto sommariamente presunto da Ofelia ,
con 6 superflua/e manifestazione/i d'interesse, sovente opinabile/i