15.9.06,10:25 PM
Ehi, 'spetta che ti sputo in un occhio, salvo poi pentirmene perchè ho scoperto che me la dai di buon grado...
ON AIR: Ti sento, Antonella Ruggero feat. Timoria
Se nasci a settembre, piangi sempre e solo di nostalgia. Se nasci a settembre, t'incantano i colori sanguigni. Se nasci a settembre, ti senti ondeggiante su un piano inclinato. Se nasci a settembre, sai sempre quanto sarà dura per te finire e cominciare.
Però ti salvi sempre, in un modo o nell'altro.
DIECI BUONI PROPOSITI PER L'ANNO [ACCADEMICO] A VENIRE:
1. Condurre una vita regolare, sana e mediamente tranquilla [abolire ogni tipo di abuso, chimico nonchè sentimentale];
2. Fare lunghe passeggiate in quel di Villa Ada [evitare di trascorrere pomeriggi interi a stramazzare fra le lenzuola];
3. Svegliarsi ogni mattina con la consapevolezza che la propria sola esistenza è più che sufficiente ad offrire di che respirare [evitare di azionare in automatico il dispositivo di ricerca affinchè la giornata abbia un senso apparente];
4. Evitare categoricamente di elemosinare amore [no comment];
5. Sgobbare il più possibile - sempre nei limiti della morale lilliana - per tenere la mente occupata [non sguazzare nell'antro oscuro della paranoia sadomasochistica tendenzialmente premestruale];
6. Limitare tabagismo reietto ed alcolismo in erba [vedi sopra, al punto primo];
7. Lavorare duramente sulle proprie abilità culinarie [quali? ah sì: evitare spezzatini e ariste di maiale];
8. Sofisticare la propria autonomia di pensiero [troncare sul nascere ogni nuova dipendenza, umana e non];
9. Dormire serenamente [anche a costo di farsi di morfina];
10. Provare anche a studiare, ogni tanto [evitare di rimandare sempre tutto al giorno/mese/anno successivo].
Sarò bravissima, vedrete: b r a v i s s i m a .
Uh. Uh uh. Non mi ha fatto male. NON MI HAI FATTO MALE. Neanche un po'.
Vado, prima di stramazzare al suolo svenuta, per via di questa emicrania colossale.
Mi ami o no?

 
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,9:01 AM
Giornata di lutto nazionale, indetta dalla sottoscritta...
ON AIR: Ave Maria, Franz Schubert
E' morta Oriana Fallaci. Questo episodio segna l'estinzione di qualsivoglia speranza su cui le donne intelligenti [cioè, unicamente io] potevano contare fintanto che la sua esistenza rappresentava una possibilità, una prospettiva. L'unica.
E adesso è morta, e non se ne fa un'altra. Non funzione come col papa: non è mica così facile.
No.
 
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14.9.06,8:55 PM
Non si è mai pienamente sicuri di essere caduti abbastanza in basso da dover per forza risalire...
ON AIR: Il vitello dai piedi di balsa, Elio e le storie tese
Una seratina niente male davvero. Provo l'irrefrenabile impulso d'impiccarmi col filo spinato, tanto il mio umore pare accostarsi di buon grado al nulla piatto dell'elettroencefalogramma di un iscritto LUMSA.
Sono acida ed inopportuna? Beh, saranno cazzi miei.
Come, del resto, il fatto che mi piacciono le camicette ECCESSIVAMENTE scollate.
Dio, che giramento stroboscopico di balle.
Ho lasciato a Roma la mia preziosissima copia rigorosamente eMulata di questo film:

che io amo ed apprezzo oltre ogni limite.
E adoro queste due donne:

insieme.
Certo, non quanto questi due, insieme:

che fanno spettacolo.
Un osanna a quel donnino fascinoso di Thora Birch, l'unica donna per cui peccherei volentieri di bisessualità.
Se anche non l'avete vista in Ghost World, dovreste conoscerla per American Beauty. Porcoiddio.
Vado a vedere se in tv propongono qualcos'altro, oltre a Pupe & Secchioni. Altrimenti, posso sempre vomitare.
No, non contare sull'indulto: il perdono è per i vili.
E adesso t'inculo.
 
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,1:16 PM
Scusate, ma il lucro è indispensabile...
ON AIR: Io sto bene, CCCP
Se mi date della Karen michelangiolesca non vi pesterò. Sì, beh, non vi pesterei in ogni caso. Non perchè io sia contraria alla violenza, per principio: è più un fatto di pigrizia. E poi la fatica di dover pensare a come colpire, gli ematomi, il sangue, le ciocche di capelli in mano... decisamente troppo impegnativo, per i miei gusti.






Sì, lo so: la disposizione delle foto sembra frutto dell'opera di un alcolizzato all'apice dell'ebbrezza. Ma non me ne farò un cruccio, no. Ah. L'ultima foto, qui sopra, ritrae me. Già, ho l'aria intelligente. E molto, molto sexy.
La verità è che morirete tutti. E provate pure a negarlo.
Io sto bene. Io sto male.
Io non so come stare.
 
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12.9.06,11:12 PM
"E allora siamo a cavallo", disse l'uomo ufficialmente eletto alla carica di mio Winnie The Pooh personale...
ON AIR: Tre volte dentro me, Afterhours [performed by Mina]
A proposito di piccoli grandi uomini meravigliosi dalla forma orsica che a quest'ora dovrebbero già essersi fatti vivi.
Ad ogni modo, il problema è che sono sempre stata convinta che l'unico obiettivo della mia vita dovesse essere raggiungere l'appagamento professionale, la realizzazione di una carriera avviata e brillante: giuro, è sempre stata la mia idea più radicata. Ma adesso è tutto diverso, perchè ho paura. Ma sì: ho paura che quando avrò quarant'anni e magari anche un bel lavoro - non dico straordinario ma quantomeno decente - la mia casa sarà vuota, e sarà vuota la mia mente, completamente priva di pensieri diversi da quella che potrà essere la mia persona. E non si tratta di puro e semplice timore di una qualche angosciante solitudine: non è soltanto l'idea di essere sola a spaventarmi, ma anche la paura di non aver dato un senso autentico alla mia esistenza. Alla fine, per una materialista come me, questa vita è l'unica possibilità, l'unica opportunità da poter sfruttare al meglio, perchè la morte è fine, inesistenza e niente più: ebbene, non c'è nient'altro che io possa fare veramente, se non un figlio. E so che, arrivata ad un certo punto della mia vita, io non saprò accontentarmi [e non so fino a che punto dovrei dispiacermene] - perchè non saprò accontentarmi, lo so - e andrò in qualche posto, mi farò inseminare artificialmente o che: avrò un figlio, perchè io devo averlo, ma nel modo sbagliato. Probabilmente, per me, sarà anche peggio di niente: non lo so. So soltanto che io devo avere questo figlio e che non potrò averlo nel modo e nei termini in cui lo desidero. E non è un discorso prematuro e passeggero e che ne so: ci sono sensazioni che ti popolano i pensieri, ti ossessionano con delicata ritmicità e poi esplodono, lasciandoti inerme ad accettare che s'impossessino di te.
lenni scrive: il pc serve a mio padre
lenni scrive: deve cercare casa
ofelia scrive: dove? a roma?
lenni scrive: sì a roma
ofelia scrive: ODDIO
ofelia scrive: mi sembra quasi che sia stato ripristinato l'ordine naturale
Ah sì. Scienze della comunicazione e relazioni istituzionali. Secondo anno. Prestigiosa Luiss Guido Carli. Che dio l'abbia in gloria, ma solo fino a quando non prendo la laurea: poi morte e apocalisse, su quel ricettacolo di miserie intellettuali.
No. No, ti prego. Non uccidermi. Non nell'immediato, almeno.
La paranoia può essere mortale?
Lasciami almeno l'onore di concederti. Come dire. Come dirlo, senza essere volgare.
Temo proprio di sì.
L'ultimo pompino.
Grazie. Prego.
E non mi accorgo che so respirare.
 
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11.9.06,3:10 PM
A proposito di T9, ho scoperto ch'è uno sporcaccione: non conosce neanche la parola DENTIFRICIO, ma perdio...
ON AIR: The end of the world, Cure
Oh, è così fuorviante. Sapere che ho il controllo, è una sensazione che riesce sempre a darmi alla testa: la verità è che sono una pazza in preda alle sue manie d'onnipotenza, e niente a che vedere col genio per cui vado spacciandomi da ben vent'anni ormai. Il punto è che il potere di controllare l'esistenza di alcune persone mi è sempre stato incredibilmente congeniale: da poco [pochissimo, oserei dire] ho scoperto che, con un po' d'impegno, posso tentare di controllare anche la mia, di esistenza. E con successi non sempre eccezionali ma - di certo - assolutamente inebrianti. Il che, probabilmente, per i più di voi, fa di me una povera derelitta incapace di dare alla propria vita un'impronta definitiva: beh, non è così. Io faccio delle cose, mi manifesto alla gente, riesco anche a dare una certa idea di me [sorprendentemente positiva, alle volte]: tutto ciò, però, avviene senza che io ne abbia percezione reale. Io ho impressioni vaghe, input più o meno precisi, ma mai percezioni e relative convinzioni: sono emotivamente un mollusco, per dirla in termini spiccioli. Da un po' di tempo a questa parte, però, pare che io riesca a rendermi conto della realtà dei fatti: alle azioni corrispondono delle reazioni. Oh, miei affezionati lettori, è stata una scoperta clamorosa! Senza esagerazioni di sorta, posso affermare con piena cognizione di causa che, attualmente, riesco persino ad avere percezione del fatto che alcune circostanze riescono a farmi girare le balle a mo' di centrifuga, a velocità tanto infinitamente imponderabile che c'è il rischio di auto ipnotizzarmi, se solo mi metto lì a pensarci. Perchè - vedete - le persone mi sono sempre sembrate massicciamente inutili, in definitiva fastidiose e quindi eliminabili dal mio raggio d'azione, ma ho quasi sempre avuto un'idea distorta del modo di guardare alla gente: avevo, un tempo, una percezione pallida e generalizzata del fatto che le persone mi stanno sulle palle, e mi sbagliavo. Adesso, invece, raggiunto questo elevatissimo stato di coscienza, posso urlare al mondo con immenso giubilo che le persone mi stanno sulle palle facendo i nomi dei soggetti in questione, uno per uno [nonostante si tratti di un numero infinitamente grande, con svariati zeri], con lucida e ragionata cognizione di causa. Ed è una sensazione magnifica: catartica quasi quanto la tragedia secondo Aristotele, per darmi le arie da intellettuale e permettere al mondo di odiarmi ed invidiarmi più di quanto normalmente non faccia già. E chiudo l'excursus sulle prese di coscienza [no, la corrente elettrica non c'entra, con queste "prese"].
Mi preoccupa che questo film

m'abbia inquietato. Piacevolmente, sia chiaro. Non sono ancora riuscita a formulare un giudizio definitivo su Salvatores ma penso abbia una gran tecnica, ed un invidiabile sesto senso per le storie che possono intrigare una certa fetta di pubblico e suscitare l'osanna di una certa [identica, fatte le dovute considerazioni] fetta di critica. Il che è, indiscutibilmente, una gran qualità. Ma, al di là della mia misera critica cinematografica, direi che ho trovato questo film interessante e gradevole soprattutto per via dei continui riferimenti ad un altro film, uno dei più belli [forse IL più bello] che la storia del cinema possa vantare. Come, quale?

Ma Ultimo tango a Parigi, ovviamente. Che dio l'abbia in gloria, quell'uomo meraviglioso ch'è stato Marlon Brando. E che Bernardo Bertolucci continui a farci GODERE ancora per molto.
Quale espressione ho appena usato? Che dio l'abbia in gloria? Beh, per Marlon Brando questo ed altro.
'orco boia [Walter Mattahu docet], già le tre del pomeriggio. Ed io che ho ancora cento pagine del manuale di diritto privato ad aspettare me, solo e soltanto me. Morte lo colga, Pothier dei miei maroni!
Cos'altro? Dormo poco, mangio male e ho cominciato ad usare due reggiseni, uno per le tette e l'altro per le borse sotto gli occhi [dovrei brevettarla, questa?].
Dammi un figlio, e una rendita vitalizia.
I couldn't ever love you more.


 
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9.9.06,11:24 AM
Certe cose non si possono dire, non si possono neanche sussurrare ed è terribile non poterle nemmeno mormorare tra i denti...
ON AIR: Gli impermeabili, Paolo Conte
A bene vedere - voglio dire - io sono incredibilmente fortunata. Ma sì. Perchè sono, probabilmente, fin troppo intelligente. E non mi limito ad essere intelligente, così, a tempo perduto: io la consumo, la mia intelligenza. Io m'inebrio, con la mia intelligenza. E non la cambierei con nessuna, di nessun altra tipologia: la mia è la migliore. Innanzitutto, perchè è mia e poi perchè mi permette di capire pressocché tutto. Non solo, non cederei neanche una punta della mia intelligenza per avere un etto e mezzo di senso pratico. Il senso pratico è funzionale, certo, ma preferisco grandemente campare di astrazione che saper collegare due fili elettrici. E poi mi piace anche sapere di aver bisogno di certe persone: non per un fatto di dipendenza chimica ma perchè ingannerei me stessa, se non fossi in grado di ammetterlo. Magari, le persone non saranno del tutto necessarie ma averne alcune vicino è senz'altro consolante. E perchè dovrei rinunciare al piacere di sentirmi consolata? E comunque, il tutto sta nel capire perchè mi sono lanciata in un discorso tanto inutile e tanto inopportuno e tanto qualsiasi altra cosa [soltanto che, oggi, il mio vocabolario è piuttosto simile a quello di un extracomunitario].
- Ma sì, ma sì.
- Io non sopporto di sentirmi a disagio.
- Che vuoi che sia?
- Non stasera, non stasera.
- Su, fai l'indifferente.
- Io non riesco ad essere indifferente.
- E invece ti riesce bene.
- No, io lacrimo di continuo.
La verità è che non mi piace nessuno, per davvero.
Sì, se fossi un globulo rosso, uno squarcio nella carne sarebbe la mia finestra sul mondo.
Siete così stupidi.
Passa una mano qui così sopra i miei lividi.
 
Tutto sommariamente presunto da Ofelia ,
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7.9.06,9:19 PM
C'è che appena sento: "Donne, è arrivato l'arrotino e l'ombrellaio" mi sento come euforica e sì, sono pazza...
ON AIR: Sbattiamoci, Renato Zero
E se Biancaneve fosse stata ninfomane e si fosse trombata tutti i sette nani?
E se Cenerentola fosse stata un cesso spaventoso, oltre che sudicia e capace solo di strofinare pavimenti?
E se La Bella Addormentata fosse stata lesbica e se la fosse fatta con una delle fatine?
E se Peter Pan fosse stata frocio nonchè segretamente innamorato di Capitan Uncino?
E se il Re Leone fosse vissuto in uno stato democratico e avesse avuto D'Alema come vice-premier, anziché il babbuino?
E se Robin Hood avesse avviato un perverso menage a trois con Lady Marian e Little John?
E se Aladin fosse stato ripudiato dal padre di Jasmine e avesse continuato ad essere uno straccione tamarro, qual è?
E se Pochaontas fosse stata una psicotica alla ricerca di nuove ossessioni tardo-adolescenziali?
E se Il Gobbo di Notre Dame fosse stato un Rocco Siffredi ante-litteram e avesse saputo usar bene la verga?
E se Paolo Bonolis non avesse fatto Bim Bum Bam?
Saremmo liberi?
Saremo mai liberi?
Potrei dire: "Ai posteri l'ardua sentenza".
Ma penso proprio che dirò qualcos'altro.
Tipo - che ne so - porcodio.
Dai superquisiamoci.
 
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6.9.06,3:15 PM
Mi sento così stanca che potrei crollare svenuta anche mentre dormo...
ON AIR: Unintended, Muse
Tanti auguri a te. Tanti auguri a te. Tanti auguri a Lilli. Tanti auguri a te.
Grazie.
Prego.
Scusi.
Tornerò.
Dunque, ho già detto - mi pare - che venti candeline sanno di cianuro. Non credo ci sia altro da aggiungere.
C'è che mi girano sempre le balle, il giorno del mio compleanno, e me ne sto lì immobile a rigirarmi i pollici, constatando con freddo cinismo che mi stanno un po' tutti sul cazzo. E questo, generalmente, è quanto.
Perciò, adesso, andrò a farcirmi di televisione, sperando che questo pomeriggio il mio buonsenso avrà la compiacenza di forzarmi a studiare. Non c'è compleanno che tenga. E, del resto, non è che io abbia altri progetti.
Rileggendo quello che ho appena scritto, mi sono fatta una gran tristezza. Il che, a ben vedere, rientra perfettamente nei miei piani futuri, all'insegna del minimalismo esistenziale. Quand'è stato che ho smesso di sentirmi eccitata per il mio compleanno? Almeno dieci anni fa, credo.
Per la serie: "Donne Di Merda Alla Riscossa" nonchè "Piccole Iene Sorseggiano Martini", sento la mancanza di quelle sedute infinite, con le sigarette che volteggiano fra le dita, poi finiscono in bocca quasi per caso e si accendono con uno zippo luccicante. Sento la mancanza della mia Guenda, e della mia Lenny.
Per la serie: "Questo Potresti Evitartelo", sento la mancanza di certe conversazioni fuori dal tempo, in quella cucina sempre in bilico fra il politicamente corretto e il sudicio, con te che ti perdi nel fumo di una Diana Blu. O, magari, fingi e basta, per fare il fico.
Come si chiama, oggi? Inconsistenza.
Oh, voglio un regalo sorprendente.
You could be my unintended.
 
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5.9.06,6:40 PM
Muoio dalla voglia di sputare nel piatto dove ho mangiato per vent'anni e questo è quanto...
ON AIR: Exit music [for a film], Radiohead
La verità è che non sei stata per niente brava: la verità è che hai sbagliato tutto, dall'inizio alla fine. Perciò vedi di piantarla, con le tue arie da primadonna della pedagogia, perchè non hai mai capito un cazzo e - con tutta probabilità - morirai senza riuscirci. Sai cosa mi piacerebbe da morire? Poterti dire che il cocktail di gamberetti te lo puoi infilare su per il culo, con lentezza e passione, e poi puoi vomitarlo dall'altra parte. Tanto è quello che faresti comunque.
E non ho nessuna intenzione di sentirmi stupida soltanto perchè m'incazzo, perciò - tu - non stare a dirmi che non devo perchè così e perchè cosà. Nonostante tutto, io m'incazzo, e ne ho tutto il diritto. E' una vita che volto la faccia con incredibile tempismo, giusto in tempo per non vedere ciò che fa male alla vista ma soprattutto al cuore: non ne posso più. Io provo disprezzo e questo disprezzo, fin tanto che devo dar conto, mi rode e mi fa sentire insopportabilmente impotente.
E faccio quel cazzo che mi pare, se non è chiaro.
Non sono più una bambina. Anzi, non lo sono mai stata. E non puoi pretendere che lo diventi alla vigilia dei vent'anni, mammina adorata.
Sono stanca. Esistenzialmente, stanca.
Ah. Che nessuno osi commentare questo post, neanche per sbaglio.
We hope that you chocke.
 
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4.9.06,9:04 PM
Dovreste vedermi, mentre mi fingo impegnata, simulo intelligenze più o meno plausibili e mi depilo l'inguine...
ON AIR: Dillo alla luna, Vasco Rossi [performed by Mia Martini]
Stavo vagando per casa, in preda al solito attacco di panico delle cinque del pomeriggio, quando mi è tornato alla memoria un aneddoto legato alla mia prima storia d'ammmòre seria [seria nel senso di duratura, ovviamente, e in nessun altro senso]. Dunque, immaginate la scena: Lilli quindicenne, poetica e sfattona, e M., tossicomane, semi cadavere e semi tutto [soprattutto, semi intelligente], si godono una passeggiata nel parco illuminato dal sole di luglio, cullati dall'insolita serenità concessa dalle dipendenze di lui a quell'assurdo rapporto di quasi coppia. Si siedono sulla panchina sudicia, limonano romanticamente e poi lui si rolla uno spinello. Guarda caso, oltre a non avere un cervello, M. non ha neanche un accendino e allora pretende di chiederlo ad un bambino di non più di nove anni. Lilli gli fa presente che non le sembra il caso, dal momento che di sicuro un bambino così piccolo non può avere un accendino. E lui, così, di punto in bianco, s'imbestialisce e si mette ad urlare: "E' colpa della società puritana!" e poi, ancora più forte: "E tu... tu - dio merda - sei la cocca della società puritana!". Allora Lilli deglutisce giusto una punta di disagio, si alza e si avvia verso casa. M., logicamente, non la insegue per domandarle perdono. E la colpa, col senno di poi, è di Lilli che non l'ha mandato a fare in culo in quella circostanza e ha preferito aspettare un altro anno e mezzo. Applausi per Lilli.
Ordunque, a quanto pare sono stata ingaggiata da una rivista a tiratura regionale [Sport e Turismo, e no che non è pubblicità occulta]: da ottobre, scriverò cinque articoli al mese e non vedrò il becco d'un quattrino. Ma non ha importanza, perchè mi permetterà - da qui a due anni - di ottenere il patentino da pubblicista e la conseguente iscrizione nell'albo dei giornalisti. No, la cosa non è fine a se stessa ma decisamente strumentale: senza quel benedetto patentino, posso tranquillamente dire addio alla Scuola Superiore di Giornalismo della prestigiosa università a cui sono iscritta [spero per altri due anni]. Perciò, scriverò articoli di cento cartelle su spinning e lancio del giavellotto, se richiesto. Punto e a capo.
A quanto pare, il mondo è pieno di gente che scopiazza roba dalle mie Moleskine per trascriverle in qualche deprimente spazio msn, acquisendone la paternità. Anzi: la maternità, in questo caso. Ehi, tu: se stai leggendo, sappi che ti reputo una POVERA IDIOTA, stupida, oltre che visibilmente rachitica. E ti suggerisco di non sforzarti troppo nel simulare una vita intellettuale che non hai, visto che ogni tua risata non è che una conferma all'evidente sovraffollamento della crosta terrestre. Ah, e non caghi perchè sei tutta merda.
Cos'altro? Sì, penso di darmi al volontariato sociale. In un'altra vita.
E poi? La leggenda del re pescatore [Robin Williams, Jeff Bridges (1991)] mi è piaciuto. Due irresistibili brontoloni [Walter Matthau, Jack Lemmon (1993)] un po' meno. Lasciami baciare la farfalla [Peter Sellers (1968)] è stato divino. Sì, per confermare che le maratone cinematografiche proseguono inarrestabili. Fortunatamente.
Ah, ho la febbre. Come sempre, di questi tempi.
Baci, abbracci e procioni riottosi.
Guarda se tremo.
 
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3.9.06,4:53 PM
Per la serie: "Aspirante Bukowski di tutù rosa vestita", l'importante è grattarmi sotto le tette [senza provocare spostamenti d'aria]...
ON AIR: Angie, Rolling Stones
Mio fratello, meglio conosciuto come L'Onanista Per Vocazione, mi ha regalato un libro. E non un libro qualsiasi. Mi ha regalato: Donne che amano troppo, di Robin Norwood. Ovviamente, mi ero preoccupata di proporgli una rosa di possibilità che avrei giudicato fattibili [per evitare sorprese spiacevoli, tipo - che ne so - La storia dell'IRA dalla Genesi all'Era delle Scimmie Fluorescenti], all'interno della quale questo libro era annoverato, fra i primi e più graditi. In ogni caso, il fatto che un ragazzino di tredici anni abbia deciso di regalarmi proprio Donne che amano troppo, mi ha indotto a pormi qualche quesito. Inutile dire che non n'è venuto fuori pressocchè nulla.

E' per questo che ho il piacere di annunciare a tutti gli utenti [non della sottoscritta: gli utenti del blog, in generale] che un nuovo progetto della "P.I.S.M. spa" ["Piccole Iene Sorseggiano Martini" Società Per Azioni] è in fase di concretizzazione: si tratta della fondazione di una società no-profit che persegue obiettivi prettamente sociali, e in particolare: il raggiungimento della piena autonomia femminile tramite la cessazione dell'atteggiamento [SBAGLIATISSIMO] del "crocerossinaggio", portatore malato di "saròlatuaterapista", "tifaròusciredaltunnel", "tilaveròipiedi" e "queitrentachiliinpiùormaifannopartediteemipiaccionoperchètumipiaci". Dunque, venghino siori venghino numerosi ad allearsi con noi [no, non sono l'unica: Lenny e Guenda, dopo anni di alcolismo emozionale, hanno deciso di prendere coscienza e unirsi a me], nella Cooperativa Donne Decise a Pensare Più Alla Loro Passera e Meno Al Suo Uccello, o C.D.D.P.P.A.L.P.M.A.S.U. [sì, il nome è provvisorio, oltre che impronunciabile]. Segue, il nostro manifesto, tratto dal saggio della Norwood:
Amare troppo
è calpestare, annullare se stesse
per dedicarsi completamente
a cambiare
un uomo "sbagliato" per noi
che ci ossessiona,
naturalmente senza riuscirci.
Amare in modo sano
è imparare ad accettare e amare
prima di tutto se stesse,
per poter poi costruire
un rapporto gratificante e sereno
con un uomo "giusto" per noi.
Sì, siamo consapevoli di quanto ridicole risultino queste frasi qui sopra ma stiamo cercando di ignorare certi dettagli, nell'interesse della salvezza dell'anima nostra. Abbiamo, quindi, stabilito di affidarci completamente alle parole di questa nuova guru della psicologia americana, decise ad avviarci lungo la via della guarigione, coi cuori colmi di speranza ed entusiasmo. E così sia.
Tralasciando il discorso - un po' deprimente - di cui sopra, ieri ho rivisto l'Era glaciale Due [osanna ad ogni singola battuta di quell'incantevole film d'animazione] e poi sono uscita con tre amiche. Niente di strano, se non fosse che siamo andate in un pub, in piazza duomo, e ci hanno fatto aspettare per un'ora e mezza, sedute al freddo, per poi non venire a prendere neanche le ordinazioni: a quel punto, decise [o quasi ] a non farci mettere i piedi in testa, siamo andate via e siamo finite in una rosticceria deserta, con puzza di fritto, arancini, Galoises blu e Lucky Strike rosse a farci compagnia. Eravamo molto tristi ma anche molto donne, per la verità.
Fatto sta che vorrei davvero sentirmi necessaria e invece sento soltanto che mi viene catapultata merda addosso, da ogni dove. Non voglio dire che non me lo merito e stronzate similari, perchè non sono una grande fan del vittimismo, però non credo di aver mai gettato merda contro nessuna delle persone a cui piace tanto assistere alla mia reazione, quando la merda spalmata addosso mi s'infila pure sotto pelle. Dunque, mi rendo conto che il discorso può risultare un tantino ermetico... è solo che, alle volte, mi sembra di vivere in un fumetto assurdo, surreale: allora finisce che rido, piango e divento materna, tutto insieme. E con la gente più disparata ed impensabile.
Credo che potrei cominciare a scrivere soltanto qui. Credo.
Dovresti sentirti parlare, dovresti.
I hate that sadness in your eyes.
 
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