ON AIR: Dillo alla luna, Vasco Rossi [performed by Mia Martini]
Stavo vagando per casa, in preda al solito attacco di panico delle cinque del pomeriggio, quando mi è tornato alla memoria un aneddoto legato alla mia prima storia d'ammmòre seria [seria nel senso di duratura, ovviamente, e in nessun altro senso]. Dunque, immaginate la scena: Lilli quindicenne, poetica e sfattona, e M., tossicomane, semi cadavere e semi tutto [soprattutto, semi intelligente], si godono una passeggiata nel parco illuminato dal sole di luglio, cullati dall'insolita serenità concessa dalle dipendenze di lui a quell'assurdo rapporto di quasi coppia. Si siedono sulla panchina sudicia, limonano romanticamente e poi lui si rolla uno spinello. Guarda caso, oltre a non avere un cervello, M. non ha neanche un accendino e allora pretende di chiederlo ad un bambino di non più di nove anni. Lilli gli fa presente che non le sembra il caso, dal momento che di sicuro un bambino così piccolo non può avere un accendino. E lui, così, di punto in bianco, s'imbestialisce e si mette ad urlare: "E' colpa della società puritana!" e poi, ancora più forte: "E tu... tu - dio merda - sei la cocca della società puritana!". Allora Lilli deglutisce giusto una punta di disagio, si alza e si avvia verso casa. M., logicamente, non la insegue per domandarle perdono. E la colpa, col senno di poi, è di Lilli che non l'ha mandato a fare in culo in quella circostanza e ha preferito aspettare un altro anno e mezzo. Applausi per Lilli.
Ordunque, a quanto pare sono stata ingaggiata da una rivista a tiratura regionale [Sport e Turismo, e no che non è pubblicità occulta]: da ottobre, scriverò cinque articoli al mese e non vedrò il becco d'un quattrino. Ma non ha importanza, perchè mi permetterà - da qui a due anni - di ottenere il patentino da pubblicista e la conseguente iscrizione nell'albo dei giornalisti. No, la cosa non è fine a se stessa ma decisamente strumentale: senza quel benedetto patentino, posso tranquillamente dire addio alla Scuola Superiore di Giornalismo della prestigiosa università a cui sono iscritta [spero per altri due anni]. Perciò, scriverò articoli di cento cartelle su spinning e lancio del giavellotto, se richiesto. Punto e a capo.
A quanto pare, il mondo è pieno di gente che scopiazza roba dalle mie Moleskine per trascriverle in qualche deprimente spazio msn, acquisendone la paternità. Anzi: la maternità, in questo caso. Ehi, tu: se stai leggendo, sappi che ti reputo una POVERA IDIOTA, stupida, oltre che visibilmente rachitica. E ti suggerisco di non sforzarti troppo nel simulare una vita intellettuale che non hai, visto che ogni tua risata non è che una conferma all'evidente sovraffollamento della crosta terrestre. Ah, e non caghi perchè sei tutta merda.
Cos'altro? Sì, penso di darmi al volontariato sociale. In un'altra vita.
E poi? La leggenda del re pescatore [Robin Williams, Jeff Bridges (1991)] mi è piaciuto. Due irresistibili brontoloni [Walter Matthau, Jack Lemmon (1993)] un po' meno. Lasciami baciare la farfalla [Peter Sellers (1968)] è stato divino. Sì, per confermare che le maratone cinematografiche proseguono inarrestabili. Fortunatamente.
Ah, ho la febbre. Come sempre, di questi tempi.
Baci, abbracci e procioni riottosi.
Guarda se tremo.
No. Lilli. ti prego. il moleskine no. il moleskine no.