ON AIR: Dentro Sharon, Verdena
Ma cosa me ne può fregare dell'elettromagnetismo, dico io. Mah.
Ma cosa me ne può fregare dell'elettromagnetismo, dico io. Mah.
"Adesso la situazione è diversa, lo ammetto: ho un orologio da polso, confronto l'angolo delle sue lancette con quello di tutte le lancette che vedo; ho un'agenda in cui è segnato l'orario dei miei impegni di lavoro; ho un libretto degli assegni sulle cui matrici sottraggo e addiziono numeri. A Penn Station scendo dal treno, prendo il subway, sto in piedi reggendomi con una mano al sostegno e con l'altra tenendo alzato il giornale ripiegato su cui scorro i numeri delle quotazioni di borsa: sto al gioco, insomma, al gioco di fingere un ordine nel pulviscolo, una regolarità nel sistema, o una compenetrazioni di sistemi diversi ma comunque misurabili sebbene incongrui, tale da far combaciare a ogni granulosità del disordine la sfaccettatura d'un ordine che subito si sbriciola.
Prima era peggio, certo. Il mondo era una soluzione di sostanze dove tutto era disciolto in tutto e solvente di tutto. Vug e io continuavamo a perderci là in mezzo, a perderci da persi che eravamo, da persi che eravamo sempre stati, senza idea di cosa avremmo potuto trovare [o di cosa avrebbe potuto trovarci] per non essere più persi [...].
Come intenderci? Per me valeva solo ciò che era accrescimento omogeneo, inscindibilità, quiete raggiunta, per lei ciò che era separazione e mescolanza, l'una cosa o l'altra, o le due insieme".
Prima era peggio, certo. Il mondo era una soluzione di sostanze dove tutto era disciolto in tutto e solvente di tutto. Vug e io continuavamo a perderci là in mezzo, a perderci da persi che eravamo, da persi che eravamo sempre stati, senza idea di cosa avremmo potuto trovare [o di cosa avrebbe potuto trovarci] per non essere più persi [...].
Come intenderci? Per me valeva solo ciò che era accrescimento omogeneo, inscindibilità, quiete raggiunta, per lei ciò che era separazione e mescolanza, l'una cosa o l'altra, o le due insieme".
E' un brano tratto da Cristalli, uno dei racconti di cui è composto Ti con zero di Italo Calvino. E' geniale, anche se un po' schizofrenico, a giudicare dalla mia estrapolazione. Ma, nella sua interezza, è geniale davvero.
Sono cattedratica, oggi. Più del solito.
Ho voglia di scappare. Come una volta. Solo che adesso sono matura e stabile e concreta. Per avere la verità, aggiungete un *quasi* a tutti gli aggettivi che ho appena usato. Per cui - dicevo - me ne sto qui a scrivere di cose non scrivibili. E aspetto che passi l'attimo.
Aspetto. Che. Passi. L'attimo.
Confusione.