7.4.09,4:15 AM
L'esistenza umana è tanto meno comprensibile quanto più cresce quotidianamente l'evidenza della sua assoluta inconcludenza...
ON AIR: Come foglie, Malika Ayane
Continuo a pensare che il genere umano sia imbarazzante. E' più forte di me ma non riesco proprio a farne a meno. Questo non mi rende una disadatta asociale senza speranza [perlomeno non del tutto]: riesco a sorridere alle persone, sono cortese, parlo con la gente, vado persino in palestra e non penso esista un posto più promiscuo parlando di rapporti sociali e contatti umani. Ciononostante, in gran segreto, nel mio intimo, io combatto contro l'umanità: seppure inconsciamente non mi riesce di schierarmi dalla sua parte. E lo so ch'è un modo di pensare suicida, autolesionista, anche poco intelligente: io faccio parte del genere umano, perdio. Ho anche un certificato di nascita: lo posso provare. Però devo essermene tirata fuori, ad un certo punto della mia vita. E forse tornare a farne parte non è più possibile: forse - come direbbe qualcuno - chi ha visto la verità [ed io l'ho vista distintamente] non può più essere salvato. La salvezza è sentirsi parte del tutto. Ed io odio sentirmi parte del tutto. Anche se, il più delle volte, sarebbe molto più comodo: il senso di appartenenza rende inevitabilmente la vita più semplice. Anche se si fa parte di una minoranza o del popolo dei 'controtuttoetutti', comunque si è consapevole di appartenere ad un gruppo, ad un insieme di persone che ha delle caratteristiche comuni o quanto meno degli obiettivi comuni. Io non sono parte di niente: appartengo mio malgrado al genere umano e vivo di uno strano - esistenziale, cronico, patologico - senso d'inadeguatezza. O di estraneità, non so bene. E non so neanche perchè io stia dicendo tutto questo, adesso: potrebbe risultare anche un po' patetico e - giuro - non è assolutamente il mio intento. Io sto benissimo con me stessa e coi miei complessi di superiorità. Però mi capita di sentirmi a disagio. Qui, nel mondo, in mezzo alla gente che non capisce un cazzo [perchè è così: la gente proprio non capisce un cazzo], io mi sento a disagio. Più per il mondo e per la gente che per me, devo dire. Ma a volte anche per me, per la persona che mi ritrovo a dover gestire: non è affatto semplice avere a che fare con me.

Ad ogni modo, il venti aprile mi laureo. E' ufficiale, definitivo e molto ma molto vicino. Mi auguro che tutto vada per il meglio, che sia una bella giornata, che la commissione sia umana, che le scarpe non mi facciano male, che non mi succeda d'inciampare, che il mio culo non sembri un ingombrante corpo estraneo, che i miei capelli non siano alla mercé dei miei ormoni, che la mia dizione non sia pessima come al solito, che il prof. sia cordiale e accomodante, che i miei siano INCREDIBILMENTE gentili, che lui sia perfetto [e so che lo sarà, perchè lui - a suo modo - lo è], che non ci sia troppa gente, che le mie gambe non tremino, che tutto il mondo smetta di essere quell'inutile accozzaglia di merda e leggi fisiche ch'è per obbedire interamente ad ogni mio desiderio e rendere magicamente quel giorno un giorno perfetto.

E poi lui mi porta a Barcellona. Ed io - semplicemente - sono contenta. Perchè quel discorso di prima, quello sul senso di estraneità, vale sempre e comunque ma con un'unica eccezione. E quell'eccezione, per quanto non ne sia pienamente cosciente, mi sta rendendo una persona migliore. Una che sorride anche con gli occhi, per esempio. Una che dorme pacificamente [e non si sveglia neanche con una scossa di terremoto, a meno che l'eccezione non le intimi di alzarsi dal letto]. E una che non deve per forza aspettare la prossima ondata di dolore per sentirsi reale.

Mi auguro che dio non esista. Ma, se esiste, ha veramente sbagliato lavoro.


Questa maledetta nostalgia.


 
Tutto sommariamente presunto da Ofelia ,
con


7 Comments:


  • At 9.4.09, Anonymous fiò

    ah, piace tanto anche a me quella canzone. e mi fa pure strano dire una cosa del genere, di un prodotto sanremese.

    potrei anche dire che è ammirevole, vista la natura umana / la società moderna / la società moderna occidentale / blablablà, riuscire a non rientrare in nesun "gruppo" limitandosi ad appartenere, per ovvie ragioni insindacabili, al genere umano.
    potrei dirlo ma non sono sicura che sia sufficiente dirlo senza argomentare. e noi, da brave laureande nella sessione di aprile 2009, lo sappiamo: argomentare è necessario.
    solo che non ho tempo adesso, devo andare a comprare il prosciutto a cubetti per fare la frittata. e dopo dovrò andare in palestra e avevo voglia di commentare adesso.
    o forse preferisco parlarne a voce. dal vivo. il due maggio. ^_____^

    e quando parte, se riparte?

     
  • At 9.4.09, Anonymous fiò

    pensa te.
    sono appena uscite le date delle sedute di laurea.
    mi laureo il venti aprile anch'io. nove e trenta, e sono la quarta.
    pazzesco no?! :)

     
  • At 11.4.09, Anonymous aidi

    non so, non mi trovi totalmente d'accordo sulla prima parte.
    no, diciamo che non mi trovi per niente d'accordo. il vero sforzo è proprio provare ad entrare in una parte del tutto e fare qualcosa. e il disagio dovrebbe nascere dal sentirsi inermi di fronte a. non dal sentirsi superiori e antisociali. non: accettare la proprio estraneità al mondo. il difficile è provare ad inserirsi e a fare qualcosa. a meno che non hai intenzione di andare a vivere su un isolotto sperduto [e quell'idea è già mia]. ma resta il fatto che, finché non trovo l'isolotto, devo stare QUA. in un mondo che ha bisogno di belle scarpe per sopravvivere agli orrori.

    è troppo lungo ma porcamerda [e mi sono limitata] noi dovremmo contribuire a renderlo meno imbarazzante possibile, il genere umano.

    e ogni forma, anche latente, non voluta, di individualismo, ci porta sempre più verso la fine.

    no. no. e no.

    e la smetto. la smetto perché in un commento non si può dire. ma davanti a un piatto di pasta con le melanzane sì.

    smrau.

     
  • At 11.4.09, Blogger Ofelia

    Lo sapevo che tu, Aidi, non avresti condiviso. Ma sai bene che io non nutro alcuna speranza nel cambiamento del genere umano né ho la minima intenzione di migliorarlo: io sono io e la mia vita la vivo cercando di scansare il più possibile la merda. Non c'è altro da fare, se non attendere l'autodistruzione completa. E va bene così. Il mondo merita qualcosa di meglio rispetto a questo mucchio bipede di parassiti senza nerbo.

    Io respiro individualismo. E non mi capiterà mai di pensare che la collettività può fare qualcosa. Se così non fosse vorrebbe dire che fingo e basta di avere percezione dell'orrore, secondo me: io, invece, lo conosco a menadito.

    Ma resta il fatto che tu sei tu ed io sono io. E siamo magnifiche. Come le nostre scarpe.

    Viva la pasta con le melanzane.

    Smaramao.

     
  • At 11.4.09, Anonymous aidi

    e già, tu sei tu io sono io e voi [altri] non siete un cazzo.

    ti adoro anche perché sei il mio alter-ego, sì.

    buona pasqua [o meglio: buona abbuffata]. smrà*

     
  • At 19.4.09, Anonymous fiò

    Ciccia. Non ti ho più beccata su skype e del resto sono stata veramente poco al pc anch'io.
    Comunque in bocca al lupo per domani. E' bello e strano e un po' assurdo pensare che faremo il passo tutte e due lo stesso giorno.
    Comunque. Andrà tutto bene. Perchè noi siamo delle strafighe. Ti voglio bene.

     
  • At 30.4.09, Anonymous fiò

    ciccia ripeto anche qui: oggi non sono stata a casa tutto il giorno e non lo sono tuttora.. cmq ti ho risposto alla mail.
    barabacio.