ON AIR: White Winter Hymnal, Fleet Foxes
Non ho voglia di scrivere. Non ha senso che io scriva, perchè non ho niente di originale o minimamente interessante da dire. Non mi preoccupa più l'idea che il mondo potrebbe farsi di me e non mi piace affatto raccontare - in modo più o meno minuzioso o più o meno poetico o più o meno accattivante - quello che succede nella mia vita. La verità è che adesso sto da un'altra parte, una parte di mondo dove non si ha voglia di sviscerare ogni più minuscola sensazione o anche solo il principio di un cattivo umore. O forse è solo che non sono bendisposta, che cerco in tutti i modi - giorno dopo giorno - di sentirmi e di essere reale. R E A L E . Basta con le amplificazioni emozionali, i monologhi deliranti, i discorsi tutti interni alla mia testa, quelli che poi non hanno alcun senso se rapportati alla concretezza dei rapporti umani. Basta con me che mi sporgo sull'orlo di un burrone che non c'è, che voglio vedere sotto di me per non dover ammettere che la normalità esiste e che, invece, non esiste nessun obbligo ad essere eccezionali. Che eccezionali lo si è anche mentre si pensa a cosa cucinare per cena, senza bisogno di doverlo spiattellare in ogni dove, indossando sudari macchiati di sangue e corone di spine. Io sono così eccezionale che non mi vergogno per niente di essere normale. Meravigliosamente normale.
Questo non significa che non scriverò più. E lo dimostra il fatto che sto scrivendo, ora, nonostante tutto. E' solo che sto cercando di diventare grande, mentre provo a laurearmi entro aprile, a preparare gli ultimi tre esami ed a sopravvivere a una città di merda qual è Roma. Soprattutto quando piove.
Stanotte non ho chiuso occhio, mi sono alzata all'alba, sono uscita con un nubifragio in corso e ho impiegato un'ora e mezza per percorrere il tragitto da casa all'università, cioè 3 o 4 chilometri. In autobus. Sono arrivata e ho letto un annuncio enorme, sulla porta d'ingresso: TUTTE LE LEZIONI DI SCIENZE POLITICHE SONO SOSPESE PER LA MORTE IMPROVVISA DEL PROF. MASSIMO BALDINI. Mi è venuta voglia di sfondare il vetro della porta a testate. E sì che ho dovuto guadare un paio di laghi sorti nella notte e litigare con una decina di persone sul tram e sopprimere un principio di svenimento per la mancanza d'aria in autobus... ma poi è proprio vero che se ne vanno sempre i migliori. E non è per essere banale, davvero, ma quell'uomo era un essere umano meraviglioso, un bravissimo prof. di Semiotica e di Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico e un Preside di facoltà con tutti gli attributi del caso. E parlava divinamente. Perciò mi dispiace sinceramente e la morte mi fa sempre più schifo. Oltre che paura, chiaramente. Terrore cieco, anzi.
Cos'altro? Devo andare in Segreteria, tornare a casa e quindi guadare nuovamente un paio di laghi nuovi nuovi di formazione, lavare i capelli, cambiare le lenzuola, dormire, mangiare, studiare Macroeconomia, fare gli esercizi di tedesco, fare la spesa, mangiare, dormire, smettere di fumare. E aspettare domani, domani pomeriggio, perchè fino ad allora non ti vedrò.
Quest'anno desidero il Natale in modo inconsulto, convulso quasi. Ho bisogno di alberi, palle colorate, luci, carta da regali, fiocchi e pubblicità rassicuranti. Non me ne frega un cazzo di niente di quanto sia tutto materialista o poco spirituale o misero o insansato: ho voglia di essere frivola. Non lo sono stata per troppo tempo e devo prendermi una pausa di riflessione dalla me che qualcuno ha voluto che fossi. Perciò ben venga il Natale e ben venga persino il Capodanno, perchè stavolta sarò con te e non lo passerò a pensare a quanto mi disgusta il genere umano: saremo in due a pensarci, e sarà meno triste.
Non c'è niente che io desideri, al momento, se non continuare a fare l'amore con te. Ripetutamente. E basta.
And I turn round and there you go.
più leggo le tue righe e più penso a quanto effettivamente ti voglio bene:
può questo trovar principio dal non vedersi più; dal solo leggere le tue parole e ologrammarle nella mente come tua stupenda immagine e tradurle quindi in affetto "platonico", ma non solo.
e penso che quella gran voglia di natale, ora, la conservo anch'io.
non tanto per i motivi da te elencati, tanto più per rivivere momenti che oramai non vivo da almeno due anni, perchè non ricordo.
poter dare qualcosa di materiale che possa dimostrare quanto affetto provo per alcune persone, a prescindere da tutte le critiche e tutti i difetti altrui, e dal fatto che i parenti non si possano scegliere, ma il poter tornare in casa tua, dopo così tanto tempo, mi conforta.
quest'anno, ben venga dunque il natale, e , finalmente, poter fumare quella dannata sigaretta insieme, magari guardandoci e basta, senza dover per forza raccontare idiozie, ma, concretizzando, quell'eterna voglia che entrambi abbiamo di far comunicare le nostre anime, in silenzio, come quando si muore.
sinceramente e/o dispoticamente, il tuo miglior cugino.