Lorelai non può rimettersi con Christopher, Lorelai deve passare il resto della sua vita con Luke, Rori è insopportabile, Luke è meraviglioso...
ON AIR: Wild World, Cat Stevens
Non ho mai avuto problemi ad ammettere che sono gelosa, patologicamente gelosa. Sì, sono perfettamente consapevole del fatto che le manifestazioni di gelosia siano perlopiù manifestazioni d'insicurezza [perlomeno nei casi in cui validi motivi per cui ingelosirsi non ce ne sono, a ben guardare]. Ciononostante, la mia gelosia mi rimane incollata addosso, mi sta a pennello e dubito che riuscirò a liberarmene in qualche modo, in un futuro prossimo venturo. Non che io sia il tipo di donna capace di fare scenate, di mettersi ad urlare in pubblico o di esprimere in modo più o meno appariscente il proprio - come dire - disappunto: certo che no. Io mi rodo il fegato: niente di più semplice. Io me ne sto lì immobile - apparentemente sono assorta in uno dei miei pensieri, uno di quelli che troverà l'uscita di sicurezza della mia testa, cioè la mia bocca, solo dopo qualche ora di sana [?] fermentazione - e accumulo congetture su congetture, immaginando reazioni, desideri e riflessioni altrui, da paranoica psicolabile quale sono e mi vanto di essere. Il mio volto è la maschera del controllo, della freddezza e della lucidità vendicativa: le premesse sono sempre giuste e promettenti, sempre. Poi mi perdo, perdo completamente il controllo della situazione: inizio a parlare a stento, biascicando monosillabi volutamente scontrosi, tendo quasi naturalmente ad abbondarmi con la fronte contro il finestrino [se sono in macchina, ovviamente, altrimenti tendo teatralmente a cambiare stanza o a rimanere affacciata dalla finestra, fumando, per almeno mezz'ora di fila], esagero nell'aggressività e in maniera assolutamente inopportuna, facendo in modo che mi si possa controbattere la totale imperscrutabilità dei miei processi mentali e, dulcis in fundo, tragedia delle tragedie, dopo settimane intere, se non addirittura mesi, sono capace di lanciarmi in velenose rivendicazioni ancora miracolosamente piene di rancore. Niente di più sbagliato e controproducente, lo so bene: l'ho sperimentato - ahimé - sulla mia pelle. E, non contenta, persevero nell'errore: diabolico a dir poco, da parte mia. Per non parlare delle circostanze in cui non posso esibirmi in queste scenette isteriche da cerebrolesa incallita perchè la mia controparte si trova in tutt'altro posto e siamo a telefono. Ecco, generalmente, quando si presentano occasioni di questo tipo, la causa causans della mia ira funesta è ancora più ridicola e priva di fondamento. Fatto sta che, nonostante le mie consapevolezze rigorosamente e cronologicamente posteriori al fattaccio, finisce che me ne rimango in silenzio ASSOLUTO anche per un'ora, sprezzante del fatto che i centesimi si accumulano [la Tribù è stata un'invenzione geniale, certo, ma le telefonate costano comunque] e che il loro generoso dispensatore è quasi sempre lui. La controparte, intendo. E speriamo che si scotti a puntino.
- Quella fotomodella mi ha chiesto il tuo numero.
- Non vedo nessuna fotomodella.
- E' lì dietro: è così magra che si nasconde dietro il palo dell'ombrellone.
- Sì, certo.
[maschi. neanche uomini. maschi, e basta. uccidetevi]
Ecco. Apporto giusto un paio di correzioni e rivedo il tutto, a mia immagine e somiglianza.
- Quella fotomodella mi ha chiesto il tuo numero.["Non vedo nessuna fotomodella" non è una risposta accettabile, no. Un bravo bambino risponderebbe in tutt'altro modo. Ecco come:]
- Non farmi ridere. Sai benissimo che per me esiste una sola donna, a questo mondo. Con cui, peraltro, sto parlando a telefono, cretino. E, comunque, nessuna fotomodella sana di mente chiederebbe mai il mio numero perciò inventati qualche scherzetto più divertente. E credibile. - E' lì dietro: è così magra che si nasconde dietro il palo dell'ombrellone.["Sì, certo" è una risposta che lascia intravedere una possibilità, anche se minima, d'interesse, nell'eventualità remota in cui una fotomodella (e, più in generale, un essere umano di sesso femminile, all'infuori di me) manifesti interessa per lui, per questo è una risposta del tutto inaccettabile. Ecco come risponderebbe un bravo bambino:]
- Piantala di dire stronzate e fatti una vita tua. Io neanche butto l'occhio perchè tanto nessuna donna potrebbe mai essere anche solo lontanamente avvicinabile alla mia incantevole musa.
Sì, ho finito. Sì, devo proprio smetterla. Sì, mi rivolgerò ad uno specialista.
And it's breakin' my heart in two.
io...
io...
io non ho parole.
-Lillo