Ho comprato dei meravigliosi cerotti junior con tanti panda acrobati e no, non sono Huxley e non faccio uso di acido lisergico...
ON AIR: A piece of my heart, Janis Joplin
Questo caldo boia mi sta distruggendo, sul piano fisico e mentale: credo che la mia pressione abbia raggiunto pedici spaventosi e - non credo - sono matematicamente certa che le mie facoltà intellettive stiano risentendo in modo drammatico di questo clima esiziale, il che non è affatto un bene dal momento che sto preparando non uno ma ben due esami [scienza politica ed economia politica: detestabilissimi entrambi, a mio modesto (?) parere]. Si aggiunga che dormo poco e male [e il caldo è, anche in questo caso, un fattore determinante], per cui la mia salute - in senso globale - sta crollando miseramente ed io, dal canto mio, non posso che dare forfait. Ebbene sì, miei cari: la vostra eroina preferita [che poi sarei io, nel caso non fosse già nitido e cristallino e sotto gli occhi di tutti] propende largamente verso soluzioni di completa apatia psico-fisica, e ben più dell'usuale.
Non so a voi ma a me piace Francis Scott Fitzgerald. Sarà che subisco il fascino degli anni ruggenti [gli anni '20, per i profani (e dico "profani" per non dire "ignoranti")], sarà che sono sempre stata attratta dalla morbosa subordinazione che Fitzgerald nutriva nei confronti di sua moglie Zelda, sarà che sto perdendo il ben dell'intelletto... fatto sta che mi è piaciuto un romanzo così normale, tutto sommato, così poco sanguinolento e/o inaccessibilmente profondo e/o drammatico [anche se, ora che ci penso, drammatico lo è, eccome (questa potrebbe essere una spiegazione? mi è piaciuto perchè è sottilmente drammatico? questo è un blog, cazzo, non una seduta di psicanalisi!)...] e/o clamoroso e/o qualcosa come incestuoso [prevedo un netto incremento di visite casuali da parte di depravati, da oggi in poi (ah, per caso qualcuno saprebbe spiegarmi com'è che trovo eccitanti - a livello onanistico - le situazioni di incesto? --> altro boom delle c.d. visite casuali)]. Insomma, ho perso il filo del discorso.
Ad ogni buon conto, credo che mi appropinquerò alla Woolf. Sì, so di essere sempre stata molto reticente, nei suoi confronti, ma adoro il film The Hours [anzi, dire che lo adoro è semplicemente limitativo, quasi un eufemismo] e non posso esimermi dal leggere quantomeno La signora Dalloway. Devo capire: ho bisogno di capire, forse. Però, prima di lanciarmi a capofitto nella nuova avventura letteraria [riesco a risultare antipatica persino a me stessa, alle volte], ho deciso di intermezzare con una full immersion nelle strisce del mio alter-ego dotato di coscienza civica: la mitica, insostituibile Mafalda di Quino. Siamo una cosa sola, io e lei.
Poi. Poi domani torno a Roma. Il che significa treno, viaggio - certamente - disumano, stazione Termini piena di gente [e di zingari, quel popolo così simpatico (e non venite a dirmi di non fare di tutta l'erba un fascio perchè il fascio ve lo rovescio in testa, rattristandomi del fatto che, essendo di erba, non può avervi fatto del male)]. Il che, però, significa anche metro, trenino [ciuf ciuf] e la persona giusta, disgraziatamente giusta. Significherà anche altro, chiaramente: esami, per esempio, e tante forzature che in qualche modo dovrò fronteggiare ma, per ora, non voglio pensarci. E poi ci tengo a precisare che mi vado benissimo così come sono. Grazie tante.
Ah, Philip Glass. Philip Glass e le cose morte. E ho detto tutto, à la Peppino De Filippo [che dio l'abbia in gloria, per davvero]. Perchè io, quelle cose morte, posso toccarle.
E' tutto. Noi ci rivediamo domani, se vorrete, alla stessa ora.
Take it! Take another little piece of my heart now baby.
Tutto nasce dalla schermaglia odioamorosa tra te e Jury...
Che dire dopo una breve scorsa delle tue pagine?
Che spero di incrociare di nuovo il tuo sguardo uno di questi giorni...