- Chiedimelo.
-Chiederti cosa?
- Di piangere per te.
- Perchè dovrei chiederti di piangere per me?
- Perchè ti amo e tu non sai fare altro che guardarmi rantolare.
- Devi smetterla: io non posso curarti.
- Ma tu non devi curarmi: tu devi salvarmi.
- Io non sono stato in grado di salvare me stesso: figurati se posso salvare te.
- Ma tu devi salvarmi. Io lo so, che mi salverai.
- Io posso solo guardarti.
- Mi basta, per ora mi basta.
Ci sono giorni in cui mi fa male parlare, mi fa male respirare, mi fa male sentire che vivo. Ci sono giorni in cui vorrei leccarmi tutte le mie ferite, in santa pace, e giurare a me stessa che un giorno i miei sorrisi saranno così reali da poterli toccare. Ci sono giorni in cui desidero cancellare immagini sbiadite di fiori mozzati e primavere rigogliose eternamente in potenza. Ci sono giorni in cui mi sento nient'altro che una meravigliosa promessa non mantenuta.
Rannicchiata, nel letto caldo, nella luce tenue del mattino esploso, avrebbe voluto il grigio di un temporale quasi estivo. Forse per piangere insieme al cielo. Piangere la sensazione dolorosa di una perpetua ultima possibilità, di un perpetuo sguardo finale, di un perpetuo addio dilatato nell'infinito. Forse, forse avrebbe potuto alzarsi e mettersi a cercare, dalla finestra, un puntino mobile su cui posare lo sguardo e concentrarre la distrazione. E invece sarebbe rimasta immobile ad annaspare.
- Devi salvarmi, altrimenti io ti ammazzo.
"Vorrei poter dormire come la gente normale"
The Elephant Man, David Lynch
"Devi salvarmi, altrimenti io ti ammazzo" è così femminile... Mi ricorda tanto una ragazza di cui sono perdutamente innamorato. Lei mi ricambia, ma solo nel suo subconscio. Consciamente vorrebbe solo farmi a pezzi perché è nevrotica. Molto. Troppo.
Ma non si può avere tutto dalla vita. E poi io già leggo i tuoi post, cara Ofelia. Che altro si può volere?
:)