Questo sarà un post monotematico. Intendo dire che questo sarà un post dall'argomento unico. E questo argomento unico saranno... [puntini di sospensione, tanto per creare il giusto livello di suspance]... LE CRISI DI PANICO, con contorno di ansie, somatizzazioni e quant'altro. Ebbene, che si cominci.
Sono un soggetto ansioso, inutile negarlo: sono tendenzialmente nervosa, mi agito piuttosto facilmente, soffro di angosce notturne [ma anche diurne, eh, all'occorrenza]. Sono sempre stata così e, probabilmente, lo sarò in eterno. Il problema, però, è che, da un paio di anni a questa parte e - nello specifico - nell'ultimo anno, l'ansia è diventata incontrollabile: in alcuni momenti, cresce al punto tale che subentra quel fastidioso senso di soffocamento a cui è difficile oppore un ostentato auto-controllo. Automaticamente, si finisce col pensare al peggio, elencando mentalmente tutta una serie di morti violente e terribili a cui la psiche [morte la colga!, o qualcosa del genere] conferisce concretezza, palesandone i sintomi inequivocabili sulla pelle del soggetto in questione che sarei io.
Ora, è assodato il fatto che di crisi di panico non si muore, che si tratta di pure e semplici seghe mentali, che lo stress è un fattore determinante e tutte quelle storie lì. Il punto è che, nonostante queste consapevolezze [che - lo giuro - ho interiorizzato], continuo ad avere dei momenti di sudore freddo e ricerca di un materiale freddo su cui poggiare la mano, per ritrovare il senso della realtà. Per non parlare, poi, dei casi in cui si arriva persino all'incoscienza, allo svenimento insomma, cosa che - devo ammettere - mi è capitata non di frequente [ma mi è capitata, certo: non mi faccio mancare niente, io, eh].
eh, son Vittorio de Sica e Tina Pica, ma il titolo del film proprio non me lo ricordo.
butto là Pane, Amore e Fantasia, ma ammetto che sto tirando a caso.
(peccato aver perso il premio per così poco)
2+2 = medaglia d'argento