La verità è quando scopri che i pantaloni da donna sono molto più belli di quelli da ggiovane ma non ne trovi comunque nessuno di tuo gradimento...
ON AIR: Lamette, Donatella Rettore
Il vero problema, in questo momento, è che Ofelia soffre di un'esagerata sensibilità al freddo. Per cui, Ofelia potrebbe morire assiderata da un momento all'altro e, visto che vaga per casa col pigiama, due paia di calze ed un plaid avvolto addosso, non sarebbe neanche uno spettacolo particolarmente entusiasmante per chi dovesse disgraziatamente trovarla morta e cianotica, riversa sul parquet. Il quadro della situazione mi sembra abbastanza dettagliato e soddisfacente: la casa è vuota, tutto intorno è solo rumore di trapani e martelli, le mani gelate di Ofelia battono sempre più lentamente sulla tastiera ed un sole decisamente poco vivace sta tentanto di affacciarsi tra le nuvole per dare un'occhiata alla vita della nostra eroina che si trascina così, stancamente, fino all'ora di andare a letto [e, considerato che sono ancora le nove del mattino, ci sarà da aspettare - povera Ofelia].
Bando alle ciance. Bando alle ciance? Ho appena detto: "bando alle ciance"? Devo essere impazzita [probabile].
Ieri sera mi sono esibita pubblicamente [di fronte a non più di dieci persone, eh, tutte mediamente conosciute] in un karaoke casalingo, con tanto di microfono e base sottotitolata: Dieci ragazze per me, di Lucio Battisti, è stata la mia acclamata performance. E devo dire che - complici la birra e il fumo - sono stata quasi da standing ov[ul]ation: non tanto per l'abilità tecnica quanto, senza ombra di dubbio, per l'entusiasmo e il coinvolgimento emotivo che ho riversato nel cantato. Spettacolo, siore e siori.
Ad ogni modo, il fatto di aver portato con me, in questa mia rapida discesa in Calafrica, soltanto roba relativamente leggera non è stato affatto positivo: sono costretta ad andare in giro con un maglione sull'altro, a mo' di omino Michelin, indossando ballerine laddove avrei piuttosto bisogno di stivali imbottiti e portandomi dietro questo inquietante spolverino di pelle nera che fa tanto Matrix e quindi poco Ofelia. Ofelia è tweed, non pelle [se si esclude la tutina di latex che ho da prestare a quest'uomo (perchè sei un uomo, vero?)]. Al di là dei miei guai metereologici, c'è da sottolineare che ho dovuto svegliarmi alle sette e mezzo [orario spaventoso, visto che mi sono messa a letto alle due] per telefonare al direttore del giornale per cui - a quanto pare - scrivo a tempo perso e tale individuo mi ha liquidato brevemente promettendo di richiamarmi il prima possibile: INACCETTABILE. Nessuno può permettersi di trattare così Ofelia: e quando dico nessuno intendo nessuno. Ovviamente, non ho replicato nulla [io sono tutta teoria e poca pratica, come tutte le persone spaventosamente intelligenti] e sto qui in attesa di sapere di quale morte devo morire. Perchè potrebbe toccarmi la sede della Rai e potrebbe toccarmi un ruolo da portaborse che - stavolta non scherzo - non credo davvero che riuscirei ad accettare. E questo è quanto, sul fronte meta-professionale.
Per lo studio, c'è tempo. O perlomeno è quel che mi ripeto insistentemente da mesi, ormai.
No. Non lo puoi neanche immaginare, quanto mi manchi.
Ti voglio sì ti voglio tanto bene
ma [gimme gimme gimme]
ma [gimme gimme gimme]
ma [gimme gimme gimme]
dammi una lametta che mi schioppo le vene.
sono un uomo, sì.
o almeno è quello che tentano di farmi credere quelli che mi stanno intorno.
fra parentesi, applausi per:
"e quando dico nessuno intendo nessuno. Ovviamente, non ho replicato nulla [io sono tutta teoria e poca pratica, come tutte le persone spaventosamente intelligenti] e sto qui in attesa di sapere di quale morte devo morire"
2+2 = uomini, donne e marie de filippi