ON AIR: Amor mio, Mina
Dopo la lunga reclusione, Ofelia torna al mondo: non troppo abbattuta ma decisamente destabilizzata dall'ennesima influenza dai postumi pressocchè infiniti. Sì, perchè Ofelia si ammala di una febbricola altalenante [perlomeno una volta ogni due mesi, se va bene], con picchi massimi di trentotto trentotto e due, e poi rimane costretta a letto da decimi irrisori che - ciononostante - le provocano un malessere diffuso e decisamente infido. Il tutto, però, è stato condito in questa particolare circostanza da un arrivo improvviso e anticipato della gloriosa settimana comunista [o settimana rossa, che dir si voglia (diciamo: ciclo, e non parliamone più)] ma non una di quelle settimane mediamente ordinarie: rullino i tamburi e fischino le trombe, siore e siori, perchè la qui presente Ofelia ha VERAMENTE rischiato di rimanerci secca, stavolta. Non entrerò nei dettagli, per non incorrere nel rischio che qualcuno di voi, leggendomi, inizi a dare di stomaco: sono un'esteta, perdio, e dunque mi auto censuro. Ad ogni modo, il punto è che ho trascorso giornate serrata in casa, rigorosamente in pigiama e felpa Pickwick XXXXXXLLLL [l'anti-sesso, tanto per intenderci], con crocchia in cima alla testa e borse sotto gli occhi da trascinare col supporto corretto [che non ho ancora brevettato ma si tratta di un piccolo reggiseno da legare dietro la testa: uno spettacolo di rara bellezza, lo ammetto]: mi trascinavo da una stanza all'altro, strascicando i piedi, con la mia tazza di camomilla in mano e l'aria di chi patisce una sofferenza senza precedenti. I momenti migliori sono stati quelli in cui rimanevo per dei minuti coi piedi sulla parete, distesa sul letto, a cercare di ossigenare il cervello, respirare per bene e scacciare via il collasso vero e proprio: scene imperdibili, per tutti gli appassionati del genere. Eh già.
Cos'altro? Stasera potrei finire di guardare Confessioni di una mente pericolosa oppure potrei riguardare Vanilla Sky [al primo colpo, ho colto ben poco]. Ah, a proposito del film di cui sopra, ho dovuto mettere in PAUSA per qualcosa come dieci minuti per via di questa scena qui:
perchè io gli farei veramente QUALUNQUE COSA, a quest'uomo. E non aggiungo altro [e, del resto, penso non ce ne sia bisogno].
Dopo la lunga reclusione, Ofelia torna al mondo: non troppo abbattuta ma decisamente destabilizzata dall'ennesima influenza dai postumi pressocchè infiniti. Sì, perchè Ofelia si ammala di una febbricola altalenante [perlomeno una volta ogni due mesi, se va bene], con picchi massimi di trentotto trentotto e due, e poi rimane costretta a letto da decimi irrisori che - ciononostante - le provocano un malessere diffuso e decisamente infido. Il tutto, però, è stato condito in questa particolare circostanza da un arrivo improvviso e anticipato della gloriosa settimana comunista [o settimana rossa, che dir si voglia (diciamo: ciclo, e non parliamone più)] ma non una di quelle settimane mediamente ordinarie: rullino i tamburi e fischino le trombe, siore e siori, perchè la qui presente Ofelia ha VERAMENTE rischiato di rimanerci secca, stavolta. Non entrerò nei dettagli, per non incorrere nel rischio che qualcuno di voi, leggendomi, inizi a dare di stomaco: sono un'esteta, perdio, e dunque mi auto censuro. Ad ogni modo, il punto è che ho trascorso giornate serrata in casa, rigorosamente in pigiama e felpa Pickwick XXXXXXLLLL [l'anti-sesso, tanto per intenderci], con crocchia in cima alla testa e borse sotto gli occhi da trascinare col supporto corretto [che non ho ancora brevettato ma si tratta di un piccolo reggiseno da legare dietro la testa: uno spettacolo di rara bellezza, lo ammetto]: mi trascinavo da una stanza all'altro, strascicando i piedi, con la mia tazza di camomilla in mano e l'aria di chi patisce una sofferenza senza precedenti. I momenti migliori sono stati quelli in cui rimanevo per dei minuti coi piedi sulla parete, distesa sul letto, a cercare di ossigenare il cervello, respirare per bene e scacciare via il collasso vero e proprio: scene imperdibili, per tutti gli appassionati del genere. Eh già.
Cos'altro? Stasera potrei finire di guardare Confessioni di una mente pericolosa oppure potrei riguardare Vanilla Sky [al primo colpo, ho colto ben poco]. Ah, a proposito del film di cui sopra, ho dovuto mettere in PAUSA per qualcosa come dieci minuti per via di questa scena qui:
perchè io gli farei veramente QUALUNQUE COSA, a quest'uomo. E non aggiungo altro [e, del resto, penso non ce ne sia bisogno].
"Ricevere da qualcuno la felicità - non si può fare a meno di usare questa parola che io non capisco - non significa forse scegliere la salsa con la quale vogliamo essere mangiati?"
da Il puro e l'impuro, Colette
La verità è che gli uomini non meritano niente, manco il disprezzo. Ma certi sì.
Stretto al mio seno freddo non avrai no tu non tremerai.
Non mi ricordavo di aver avuto una parte in Confessioni di una mente pricolosa :)