Mah.
L'economia aziendale si avvia di gran carriera a diventare uno dei miei incubi peggiori: sono tornata a Cosenza per prendere qualche ripetizione, sperando che riuscirò a comprendere s'è necessario che io mi dedichi anima e corpo all'economia domestica. Perchè la matematica è una scienza distante anni luce da me, perchè i bilanci - di qualsiasi tipo - non sono mai stati il mio forte, perchè inizio a rivalutare le gioie sottese ai più semplici lavori domestici, perchè non ho nessuna voglia di rendere conto a chicchessia delle mie capacità. Molti di questi motivi potrebbero apparire stronzate, e infatti lo sono, ma non importa. Avevo voglia di tirarle fuori, giusto per il piacere di ricordare a me stessa che non devo vivere, per forza, qualsiasi cosa come una sfida. Per poi tornare a sputare sangue.
Dunque, cos'è che volevo dire? Ah già, le grandi opere stanno lavorando per noi. Che culo.
<<... e in tutta la piazza tuonar si sentiva
"o voi che credete che indifferenti
e rassegnati invecchierete, contenti
che non c'è una bocca che vi può ferire
o una foto sul muro che non vi fa dormire
non c'è niente da fare
non si può scappare! guardate
è dietro! vi guarda goloso
chissà da quanto lui vi seguiva
vi prenderà! non c'è scampo!
vi ha preso! evviva! evviva!
prima o poi l'amore arriva" >>
il
'leccatemi bastardi non talentuosi leccatemi'
lo toglierei, ormai.
Non si addice al pacato e presuntuoso raziocinio tipico di noi economisti.
Nonsò..scriverei..
'brutti poveri bastardi proletari non raggingerete mai profitti da capitalista in concorrenza perfetta mediante collusone'
oppure
'cartello di imprese decretanti la fine del lavoro salariato cercano operai iscritti alla cgil coi miseri conti che possiedono depositati in un'agenzia unipol'.
Poi, boh..fai tu..