ON AIR: My sweet prince, Placebo
Sto bene. Non m'importa se i miei anticorpi hanno deciso di venirmi contro: non me ne importa un fico secco. Io sto bene, adesso, e non ho intenzione di nutrire il tarlo delle mie paranoie patologiche. Sto bene, sto bene, sto bene.
Sto bene. Non m'importa se i miei anticorpi hanno deciso di venirmi contro: non me ne importa un fico secco. Io sto bene, adesso, e non ho intenzione di nutrire il tarlo delle mie paranoie patologiche. Sto bene, sto bene, sto bene.
Mi piace essere me.
C'è che poi non capisci neanche bene, quello che intendo dire. Insomma, io non sono una disadattata in cerca di soccorsi unilaterali, sai. Dovresti guardarmi negli occhi, senza ridere, una volta almeno. Voglio che tu sappia che non esiste sasso capace di colpirmi, nonostante ed in forza di ciò che sai bene. E taci.
Tu non puoi risolvermi la vita.
Sono perfettamente consapevole di quanto la mia autosufficienza debba contare, debba p r e v a l e r e . E non ho bisogno che tu mi tenga abbracciata, in fondo: è solo molto bello. Come sospirare sollievo, un momento, prima di ritornare a sputare sangue. Vaffanculo, se non vuoi farlo, vaffanculo.
No che non credo alla tua indifferenza.
Tu sei mio. Significa che puoi urlarmi contro quanto vuoi e darmi dell'idiota e pretendere la massima indipendenza. Ciò non toglie che rimarrai sempre lì per me. Perchè è così. Simbiosi. Interscambio. Disperazione. Amore. Necessità. Non m'importa. Tu ed io è perfetto.
Casamore.
Sputare sul binomio inconcepibile che m'ha sempre trasmesso nausea fin dentro il cuore. Eppure ora, casamore. Eppure ora.
Salvazioni.
Sì, mi sono finalmente dotata di un'agenda Moleskine.
You are the one.
Sto tossendo fragorosamente.