ON AIR: Blue Orchid, White Stripes
Mi piace sguazzare nel vittimismo più profondo e meschino. Anzi, lo adoro. Quasi quasi godo.
Mi piace sguazzare nel vittimismo più profondo e meschino. Anzi, lo adoro. Quasi quasi godo.
Sono sola in casa, col mio culone che va adagiandosi rispettivamente su divani, letti, sedie, e vago alla ricerca oziosa e indolente di qualcosa da fare. Un diversivo, un palliativo, un riempitivo. Qualsiasi cosa, insomma. E intanto penso a che musica ascoltare o al cibo con cui sfamare la mia anima nonché il mio stomaco. Entrambi piuttosto languidi ed empi. E, adesso che ci penso, credo proprio che andrò ad attingere direttamente dalla mega confezione di gelato panna & vaniglia che se ne sta nel freezer ad attendere morte e redenzione.
Dunque, dunque. Stanotte, non riuscendo a chiudere occhio, riflettevo che è probabile che io muoia suicida. Non lo dico per darmi delle arie da intellettuale derelitta o cazzate similari: purtroppo, ne sono amaramente e tristemente convinta. Ora come ora, sono troppo attaccata alla vita per darmi la morte ma sono sicura che col tempo, assistendo al marcire del mio habitat [in]naturale, mi verrà l'impulso [ir]razionale di farla finita. Sono fatta così.
Ad ogni modo, qui è tutto maledettamente triste, grigio, spento: l'aria è quasi impregnata di un sentore di catastrofe e fallimento. Il che non è interamente un male, dal momento che questo genere di atmosfera stimola in me l'impulso creativo. Sono così auto enfatica.
Non ho un cazzo da fare. E domani dovrò iniziare a ripetere matematica di base con mio padre. Che peste vi colga, tutti quanti.
Ho diciannove anni.
How old are you now, anyway?
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