ON AIR: Lips like sugar, Echo and the bunnymen
Cosa posso dire? Che non ho un cazzo di niente da fare e, per ammazzare il tempo che mi separa dal resto della mia vita nonchè dal mio futuro, mi prodigo nell'ozio più ferocemente inerte: tv satellitare, divano, creme, riflessioni eccessivamente superficiali, divagazioni mortali, limbi di confusione e favorevole disposizione d'animo alla gente più disparata. E questo è quanto.
Cosa posso dire? Che non ho un cazzo di niente da fare e, per ammazzare il tempo che mi separa dal resto della mia vita nonchè dal mio futuro, mi prodigo nell'ozio più ferocemente inerte: tv satellitare, divano, creme, riflessioni eccessivamente superficiali, divagazioni mortali, limbi di confusione e favorevole disposizione d'animo alla gente più disparata. E questo è quanto.
Cos'altro? Avrei delle foto, sì, ma non credo che le concederò al pubblico ludibrio. Del resto, per sintetizzare le mie vacanze posso anche usare le parole, e pure poche: in Sicilia fu solo fumo, nel senso di Pall Mall blu e niente più, mentre in Croazia non fu altro che febbre, letto e vomito. Che basti al mio consistente uditorio.
C'è anche da dire che la mia già rinomata cultura può, adesso, vantare alcuni titoli di un certo calibro, quali Le vergini delle rocce di D'Annunzio, Morte di mezza estate di Mishima e Tropico del Cancro di Miller. E le mie orecchie non hanno smesso quasi per nulla di incontrare Afterhours, Radiohead e Pink Floyd.
No. Questo non è un bel post. Ma non me ne frega niente.
Domani potreste avere l'unica autentica piccola iena. Cioè, io.
Morite. Di un male esistenziale crudele e straziante. Morite.
She calls for you tonight to share this moonlight.