ON AIR: Via con me, Paolo Conte
Ormai si va da due a tre attacchi di panico al giorno, sì. Come se me ne importasse qualcosa, alla fine, di questi strafottutissimi esami di stato. Davvero, m'interessa solo di non rimanere lì immobile a bocca aperta di fronte alle domande di quella gente frustrata: cioè, m'interessa solo di evitare a me stessa una poco gradita figura di merda. Mi trovo troppo sopra - sopra di loro, intendo - per permetterlo. E, comunque, non dovrebbero esserci problemi d'alcun tipo: il risultato totale delle prove scritte è quarantacinque, cioè il massimo, cioè affanculo la mediocrità. Però ho male alla testa e una fastidiosa sensazione di malessere diffuso. E detesto la mia auto indulgenza.
In ogni caso, sabato nove luglio sarà tutto finito: semplicemente, non vedo l'ora. Seguirà una o più settimane di sonno profondo [come il libro della Yoshimoto che ho appena finito di leggere, trovandolo - peraltro - un banalissimo romanzetto rosa di gusto esotico], finchè non mi deciderò ad uscire dal nido familiare per dichiarare l'euforico inizio della mia vacanza da neo[n] persona matura [?]. Ebbene: è probabile che me ne andrò in quel di Taormina a sonnecchiare tutto il giorno, aspirando da una cicca sempre accesa e riflettendo sulla mia condizione transitoria. Destinata, tra l'altro, a rimanere tale per sempre.
Vediamo... cos'altro potrei comunicare al mio pubblico in delirio? Nulla. Sarebbe l'ennesima perla ai porci.
Perciò taccio, dopo aver aggiunto all'indirizzo del mio stallone padano favorito: il fatto che tu sia sempre tanto acido con me dipende - per caso - dal timore reverenziale che t'incutono i miei strepitosi tagli di capelli? Eh? Eh? Eh?
Non perderti per niente al mondo.
Ormai si va da due a tre attacchi di panico al giorno, sì. Come se me ne importasse qualcosa, alla fine, di questi strafottutissimi esami di stato. Davvero, m'interessa solo di non rimanere lì immobile a bocca aperta di fronte alle domande di quella gente frustrata: cioè, m'interessa solo di evitare a me stessa una poco gradita figura di merda. Mi trovo troppo sopra - sopra di loro, intendo - per permetterlo. E, comunque, non dovrebbero esserci problemi d'alcun tipo: il risultato totale delle prove scritte è quarantacinque, cioè il massimo, cioè affanculo la mediocrità. Però ho male alla testa e una fastidiosa sensazione di malessere diffuso. E detesto la mia auto indulgenza.
In ogni caso, sabato nove luglio sarà tutto finito: semplicemente, non vedo l'ora. Seguirà una o più settimane di sonno profondo [come il libro della Yoshimoto che ho appena finito di leggere, trovandolo - peraltro - un banalissimo romanzetto rosa di gusto esotico], finchè non mi deciderò ad uscire dal nido familiare per dichiarare l'euforico inizio della mia vacanza da neo[n] persona matura [?]. Ebbene: è probabile che me ne andrò in quel di Taormina a sonnecchiare tutto il giorno, aspirando da una cicca sempre accesa e riflettendo sulla mia condizione transitoria. Destinata, tra l'altro, a rimanere tale per sempre.
Vediamo... cos'altro potrei comunicare al mio pubblico in delirio? Nulla. Sarebbe l'ennesima perla ai porci.
Perciò taccio, dopo aver aggiunto all'indirizzo del mio stallone padano favorito: il fatto che tu sia sempre tanto acido con me dipende - per caso - dal timore reverenziale che t'incutono i miei strepitosi tagli di capelli? Eh? Eh? Eh?
Non perderti per niente al mondo.
sì, sono quelli i nomi. mi è stato detto "dai, vieni a fare il misantropo". li ho presi in parola e sono rimasto a casa.