ON AIR: Work, Jimmy eat world
Io convivo da tempo immemore con una me stessa patologicamente problematica. Il che determina nella me stessa mediamente sana una rilevante nonché nociva quantità di turbi e ansie. Il confronto/scontro tra le due me che mi si agitano internamente deve necessariamente dar luogo ad una sorta di terza me che si limita ad incidere nel profondo, in maniera senza dubbio subdola, avviandosi ad assumere le proporzioni di un'autentica guerra all'auto massacro. Attraverso le fattezze di una cronica quanto angosciosa crisi esistenziale.
Io convivo da tempo immemore con una me stessa patologicamente problematica. Il che determina nella me stessa mediamente sana una rilevante nonché nociva quantità di turbi e ansie. Il confronto/scontro tra le due me che mi si agitano internamente deve necessariamente dar luogo ad una sorta di terza me che si limita ad incidere nel profondo, in maniera senza dubbio subdola, avviandosi ad assumere le proporzioni di un'autentica guerra all'auto massacro. Attraverso le fattezze di una cronica quanto angosciosa crisi esistenziale.
Applausi.
Ora, attualmente i problemi sono minimi [cioè, così mi pare] ma diversi:
- ho male alla gamba e sono riuscita, forse in meno di dieci secondi, ad auto diagnosticarmi un tumore ai polmoni identico a quello che colpì e condusse alla morte il mio povero nonno materno, più di venti anni or sono;
- sono tendenzialmente incline a portarmi iella da sola;
- soffro di una forma morbosa di ozio parassitario;
- non riesco a staccarmi dalla tv satellitare;
- vorrei scrivere ma sono VERAMENTE troppo pigra;
- ho scelto, come università, un covo di vampiri acritici con sciarpe Burberry e Prada ai piedi;
- ho troppo poco denaro per le mie immani aspirazioni;
- a settembre andrò ad abitare in una città che i musulmani hanno minacciato di trasformare in cimitero [no, questo non è un vero problema in effetti];
- detesto i miei peli superflui, quindi l'ottanta per cento della mia epidermide;
- mi commuovo nell'ascoltare alcune canzoni che, solo poco tempo fa, avrei definito come minimo indecenti [no, non sono incinta];
- vado a fare pipì di continuo [no, giuro che non sono incinta];
- sabato parto per la Sicilia, ossia per il mare, e non faccio che dire che io, il mare, lo odio e lo odio per davvero;
- vorrei... non so... vorrei;
- non sono sicura di essere ciò che tu vorresti;
- soffro di tutti i complessi possibili, immaginabili nonché inimmaginabili e continuo comunque a sentirmi un genio;
- cos'altro? Stasera esco, senza averne la benché minima voglia.
Non so se rendo l'idea. E, del resto, non me ne importa niente.
Guardate Amore e guerra di Woody Allen. Guardate anche The hours, che mi ha [quasi] cambiato la vita. Non proprio la vita: il modo di guardare a me stessa, in un certo senso. Sì, ecco. No, sono tutto meno che femminista: anzi, credo di essere maschilista. Una sporca maschilista. Già.
Yeah we still have time.
nella tua città vive la reincarnazione di bukowski e non me l'avevi mai detto! per fortuna che ha mandato il demo al concorso che sto organizzando (http://www.pollywood.it/nocover) e ho potuto apprezzarlo. chitarra scordata, voce nasale e testi sconvolgenti: LUIGI MARINO! suonerà a san benedetto po il 3 settembre, prima dei superelasticbubbleplastic, a cui farà un culo così! sali con lui! :|