ON AIR: Protége moi, Placebo
Come posso spiegarlo? No. Non posso spiegarlo, infatti.
Come posso spiegarlo? No. Non posso spiegarlo, infatti.
Uhm.
Direi, strazio. Più o meno. All'altezza del cuore.
Che, poi, manco so bene dove beccarlo, un cuore.
Io.
m'annego in astrazioni di cui pochi immaginano la portata sono cenere cenere quando frammenti di gioia s'infilano tra clavicola e collo mi sento tutta contratta racchiusa nell'angolo del torpore attonito poi disperato sono come sospesa sul filo no meglio sulla lama vorrei gettarmi giù poi cambio idea allora mi getto volo oppure cado tu puoi vedermi lo so ho gli occhi dipinti di nero come sempre le labbra umide come quando cerco d'attirare attenzioni dormimi addosso un senso pacifico d'inumana serenità quella gioia vorrei infilarla in parole perfette d'autentica meraviglia sapermi così giusta non so come no non so come dirlo come renderlo possibile visibile tuo ma giuro io lo giuro l'unico appiglio l'unico sei in baraonde nemiche di vuoti cosmici e demenze congenite marionette senza sguardo mentre tutto di nero si veste è bello noi sì sto zitta
Mi viene da ridere, mi viene. Come ieri sera, quando. Ih.
L. dice: "Il nove luglio è un anno che ci conosciamo".
B. risponde: "Sì?".
L. replica: "Eh, sì".
Stupendo.
Mai. Mai avrei immaginato.
Sentire russare per telefono. E. Ridere di tenerezza.
Ma dico.
Poi penso. Ogni tanto, così.
E se fosse vero?
Io. Solo. Una. Bambina. Patetica.
Piccola. Coi bacini. L'immaturità.
Che devo imparare. Certe cose. Ancora le devo imparare.
E se fosse vero?
No. Io.
Paura.
Io.
No.
Protect me from what I want.
ohdddio ogni possibile tour viene sconfinato al mentale e/o virtuale -.-