ON AIR: Protège moi, Placebo
Oggi non è giornata di post lunghi, articolati e minuziosamente dettagliati. No. Oggi è giornata di sentimenti lampo, baraonde destabilizzanti di sì come anche no, onde contrastanti di istinti emozionali. Sì, ecco: se state cercando di stabilire se siete diventati mentalmente ottusi oppure sono io ad essere sprofondata nel limbo dell'incomunicabilità, sappiate che io propendo per la prima. E sticazzi.
Oggi non è giornata di post lunghi, articolati e minuziosamente dettagliati. No. Oggi è giornata di sentimenti lampo, baraonde destabilizzanti di sì come anche no, onde contrastanti di istinti emozionali. Sì, ecco: se state cercando di stabilire se siete diventati mentalmente ottusi oppure sono io ad essere sprofondata nel limbo dell'incomunicabilità, sappiate che io propendo per la prima. E sticazzi.
Io non voglio sostenere gli esami di stato. Non credo di essere pronta.
Per il resto, tutt'appò. A parte che la scuola è praticamente finita e mi viene un po' il magone, ripensando sempre all'ultimo di questo e quello. Cioè, mi spiego: sono giorni che, in classe, non si fa che dire che "questo è l'ultimo lunedì di scuola della nostra vita" o che "questa è l'ultima ora di educazione fisica della nostra vita" e via dicendo. Voglio dire, senso di declino per endovena.
Poi, sono stanca dentro. Mi trascino in giro come se non aspettassi altro che entrare in letargo per un minimo di tre mesi ed un massimo di DIECI ANNI. Ho come l'impressione che potrei crollare a terra, tramortita dal NULLA, da un momento all'altro.
Comunque, sono qui. Esisto, insomma. E devo cominciare a pensare seriamente all'idea di confrontarmi con Nietzsche, Heidegger, Habermas e post-modernismi [nonchè decostruzionismi] vari, tentando di trovare un - perlomeno - credibile punto di contatto. Bene.
Tutto ciò per dirgli che. Un giorno senza. E già. Strazio.
Protect me.