ON AIR: Some velvet morning, Primal Scream feat. Kate Moss
Sono stata al cinema con Lenny. Non per vedere un film specifico: semplicemente perchè eravamo in giro, ha iniziato a piovere ed io non avevo la minima voglia di andare a casa di Ciccio o di chissà chi altro a reggere il moccolo o a fingere di ridere. Per cui abbiamo fatto un paio di calcoli: Be Cool [la mia prima scelta] è troppo lontano e troppo tardi; The Mask 2 mi pare ridicolo soltanto a nominarsi; Litigi d'amore mai e poi mai per il titolo ma anche e soprattutto per quel cavallo di parata di Kevin Costner; Troppo belli non ne parliamo nemmeno. La scelta è dunque ricaduta - no, non sul Ritorno del Monnezza - su di un film avvolto da un certo alone misterioso, Tickets, ad opera di una triade di un certo pregio: Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami e il grande Ken Loach. Ebbene, niente di cui parlare per ore e ore senza stancarsi mai, niente per cui sentirsi intimamente commossi, niente per cui gridare al capolavoro: un buon prodotto, ben confezionato, con la giusta dose di stile, comprensibile fino ad un certo punto - quello perfetto, cioè - e, comunque, un film alla Fandango. Per intenderci: un film di cui dire: "bello" e dirlo con un'ombra di dubbio ma certi di non sbagliare, dal momento che la regia è una certezza. Punto e basta.
Sono stata al cinema con Lenny. Non per vedere un film specifico: semplicemente perchè eravamo in giro, ha iniziato a piovere ed io non avevo la minima voglia di andare a casa di Ciccio o di chissà chi altro a reggere il moccolo o a fingere di ridere. Per cui abbiamo fatto un paio di calcoli: Be Cool [la mia prima scelta] è troppo lontano e troppo tardi; The Mask 2 mi pare ridicolo soltanto a nominarsi; Litigi d'amore mai e poi mai per il titolo ma anche e soprattutto per quel cavallo di parata di Kevin Costner; Troppo belli non ne parliamo nemmeno. La scelta è dunque ricaduta - no, non sul Ritorno del Monnezza - su di un film avvolto da un certo alone misterioso, Tickets, ad opera di una triade di un certo pregio: Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami e il grande Ken Loach. Ebbene, niente di cui parlare per ore e ore senza stancarsi mai, niente per cui sentirsi intimamente commossi, niente per cui gridare al capolavoro: un buon prodotto, ben confezionato, con la giusta dose di stile, comprensibile fino ad un certo punto - quello perfetto, cioè - e, comunque, un film alla Fandango. Per intenderci: un film di cui dire: "bello" e dirlo con un'ombra di dubbio ma certi di non sbagliare, dal momento che la regia è una certezza. Punto e basta.
Per il resto, stasera niente festa. Perchè sì. Perchè preferisco diecimila volte lui, anche se solo per telefono. Ed anche perchè certa gente preferisco vederla il meno possibile.
E poi, nulla. Vado ad uccidere mio fratello. Inculo all'albero genealogico.
Sconfiggere l' idiozia.
Non sapevo di essere tra i tuoi link...non mi ricordo effettivamente del blog...ma mi piace come scrivi...dimostri personalità!!
Ti linko anch'io...:-)