ON AIR: Little sister, Queens of the stone age
Ih. Simulazione di terza prova, venerdì, e noi a fingere di studiare a casa mia per poi non concludere il solito, emerito, beneamato cazzo. Cose da niente, in fondo. In fondo in fondo, intendo.
Ih. Simulazione di terza prova, venerdì, e noi a fingere di studiare a casa mia per poi non concludere il solito, emerito, beneamato cazzo. Cose da niente, in fondo. In fondo in fondo, intendo.
Resta il fatto che ho questo sorriso arcaico stampato in bocca. E non vuole andare via, non vuole.
Però. Deve esserci qualcosa di sbagliato: è ASSOLUTAMENTE innaturale che tutto vada al meglio. Per questo, immagino che, dopo aver inviato le mie ultime due pagelle, troveranno che la media dell'otto punto otto non è la media del nove e quindi mi butteranno fuori a calci in culo. Com'è precisato espressamente, inequivocabilmente, drammaticamente nel sito e persino nell'e-mail di congratulazioni. Ma dio boia.
Cambiando argomento, comunque, credo che debba esserci una risposta a questo mal di testa cronico e martellante. Che non sia - mi pare ovvio - imbottirmi di pillole e dormirci sopra. Non per niente: solo, non trovo che sia propriamente salutare, ecco. Ma, tutto sommato, chissene.
Poi. Lenny ed io, sedute accanto alla fontana dei due leoni, a fumare una sigaretta. Parlando di tutto e di niente, a seconda dei punti di vista. Mah. Vedremo.
Secondo poi. Ieri ho scoperto che la sua vita, senza di me, "sarebbe molto peggio". Lì per lì, mi è sembrata carina, come cosa. Adesso non lo so. Cioè, forse non troppo. O forse sì, se inquadrata nella situazione e nella distanza.
Distanza. Nulla. Tra poco. Uhu.
I know you like nobody ever, baby.