E' tutto nuovo, qui: tutto perfettamente nuovo e pulito e molto più ordinato. Anche nero. Diciamo che riflette nel migliore dei modi l'indole che mi sto avviando ad assumere, la cui natura mi è ancora decisamente poco chiara ma che spero di arrivare a comprendere presto. Perlomeno prima dei vent'anni. Perlomeno prima di dover decidere se essere un genio, una troia o semplicemente un banale e stracomune capro espiatorio. Vorrei sapere di cosa sto parlando. Ma è incredibilmente improbabile.
Comunque. Tra qualche ora sarò in viaggio. Il solito viaggetto pasquale, per intenderci: famiglia sorridente, automobile pulita e atmosfera mediamente nevrotica. Come dire che ci sono tutti i presupposti per un patetico [nel senso di 'pieno di pathos'] dramma domestico, di quelli che finiscono sui giornali, nelle trasmissioni tv e in bocca a Maurizio Costanzo. Qualcosa del genere. No, stavo parlando delle vacanze pasquali: dicevo che andremo a Milano, soltanto per un giorno, e poi c'immergeremo nella pace della Maremma toscana a meditare sui nostri miseri peccatucci da umani troppo umani. Ahinoi, ahinoi. C'è da dire che, per contingenze poco piacevoli, i miseri peccatucci della sottoscritta sono diventati di pubblico interesse e poi bollati come decisamente più che ucci e molto oni: infatti, la mia espiazione è stata quantizzata in novantacinque anni solari di preghiera, quindici di lavori forzati e sei di auto flagellazione selvaggia. Cosette da niente, insomma.
Per il resto. Spero di riuscire a trovare le calze a righe orizzontali bianche e nere, le ballerine nere e una gonna gonfia che mi renda simile al più magnifico incrocio tra un ippopotamo e Alice nel paese delle meraviglie che sia mai comparso sulla faccia della terra. Amen.
Ho paura di essere un po' troppo intelligente per questo mondo. Troppo.
Mi vendo.
ti compro, allora.